venerdì 1 aprile 2011

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Montezemolo attacca: "Paese allo sbando
cresce la tentazione di entrare in politica"

Il presidente di Italia Futura chiama in causa Berlusconi: "Con lui le tasse su imprese e cittadini sono ai massimi storici". "Serve una leadership che dica la verità, che abbia il coraggio di decidere, di rianimare l'Italia". "Consigli di amministrazione sono discariche per politici trombati"

NAPOLI - L'affondo è durissimo e suona come il preannuncio di quella che sembra una discesa in campo. Luca Cordero di Montezemolo sceglie il palco del congresso del sindacato di polizia Siap, per esprimere senza mezzi termini la sua bocciatura del governo Berlusconi e per disegnare un futuro che potrebbe vederlo impegnato in politica. "'Stiamo assistendo ad un indecoroso e inaccettabile disfacimento del senso delle istituzioni e della responsabilità pubblica. Di fronte alle nostre proposte la risposta della politica è sempre la stessa - scandisce l'ex presidente di Confindustria e attuale presidente di Italia Futura - 'Se vuoi parlare di politica devi entrare in politica'. E se la situazione continua a peggiorare, se questo è lo spettacolo che offre la nostra classe politica, beh, allora, cresce veramente la tentazione di prenderli in parola". Anche se, confessa Montezemolo, "molti amici mi chiedono chi me lo fa fare d espormi perché la politica è una bestia pericolosa con cui confrontarsi".

Quel che è certo è che, nel suo affondo, Montezemolo non perdona nulla all'esecutivo. A partire da una delle promesse più ripetute dal Cavaliere: la riduzione della tasse. "Con lui sono ai massimi storici. Doveva fare la rivoluzione liberale, guida oggi un governo che più neostatalista e protezionista non si può", attacca. E ancora: "La politica economica del governo è allo sbando e l'esecutivo si preoccupa esclusivamente di tamponare le emergenze". 
Esecutivo liberale? Assolutamente no, rincara l'ex leader di Confindustria: "Leggiamo sui giornali che un governo che si definisce liberale risuscita l'Iri e vuole tornare a fare l'azionista nelle aziende di mercato, a cominciare dalla Parmalat".

Segnali di ripresa non se ne vedono. Anzi. "Il bilancio della seconda Repubblica è un disastro che peggiora ogni giorno. C'è un paese reale che arranca e che vorrebbe voltare pagina, è il paese - continua il presidente di Italia Futura - che ha festeggiato i 150 anni dell'Italia con fierezza e orgoglio", ma accanto a questo paese "esiste una politica che straborda ogni giorno su tutti i mezzi di informazione, con polemiche incomprensibili per il 99 per cento dei cittadini e che in questi giorni ci ha deliziato con scene che sarebbero fuori posto in uno stadio, figuriamoci nel parlamento della Repubblica".

Tutto questo, secondo Montezemolo, "è accompagnato dal silenzio assordante della società civile, delle associazioni di rappresentanza e della classe dirigente del paese che rischia di diventare complice di questo degrado". Nel mirino anche "le migliaia di consigli di amministrazione dove far posto ai politici trombati. Sono le uniche discariche che funzionano veramente in questo Paese. E' un'anomalia che deve finire". Per questo "se ognuno di noi continua a limitarsi a fare il proprio mestiere, a curare solo il proprio orticello, rinunciando a far valere le proprie idee o opinioni, il paese rischia di andare a scatafascio. Anche come presidente di Confindustria ho sempre detto che prima che come imprenditori dobbiamo parlare da cittadini".

"C'è bisogno - sottolinea il presidente della Ferrari - di una leadership che dica la verità, che abbia il coraggio di decidere, di rianimare l'Italia, di aiutarla a riannodare il filo della sua storia e di ritrovare la sua identità e la fiducia in se stessa. Credo che l'Italia sia come una Ferrari, una macchina straordinaria fatta per correre, per competere e per vincere. Non possiamo più permetterci di tenerla ferma ai box per paura di una sconfitta, dobbiamo rimetterla in moto. Tutti insieme".

Infine un accenno alla Libia e al ruolo giocato dal nostro Paese: "Non è accettabile essere esclusi dalle decisioni sul conflitto in Libia quando siamo noi a pagare il prezzo più alto. Così come non è accettabile che le frontiere dell'Italia non siano considerate frontiere dell'Europa con tutto ciò che ne consegue sul piano dell'aiuto che dobbiamo pretendere, nella gestione dell'emergenza profughi".

La prima reazione alla parole di Montezemolo arriva dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Alla buon'ora! Il problema è che entrare in politica significa darsi un appuntamento: io credo sia ora di darsi un appuntamento elettorale. Poi ciascuno se lo ritiene si metterà sul piede di partenza". Mentre tocca al capgruppo alla Camera Dario Franceschini, anche lui al congresso con Montezemolo, dare vita a un lungo colloquio con il presidente di Italia Futura.

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