sabato 30 aprile 2011

LUPINI e BERLUSCONI ... :-(

«E’ lì Catia Polidori? Bella e brava, presto farà parte della nostra squadra di governo». E, ancora: «Garantiamo a Gubbio la permanenza della nostra scuola del Pdl», «i Ceri dovrebbero essere patrimonio dell’umanità» e poi lo stadio adatto alla serie B. Messaggi di carattere nazionale, ma anche locale («Con Lucio Lupini abbiamo la reale possibilità di mettere fine al malgoverno della sinistra»). Un Berlusconi stanco («oggi ho dovuto fare 18 registrazioni televisive») ma che non si è risparmiato quello che venerdì sera ha telefonato alla «Festa azzurra» organizzata dal deputato eugubino Rocco Girlanda alla discoteca Crico’s di Cipolleto a sostegno della candidatura di Lupini a sindaco di Gubbio.
Berlusconi ha telefonato quando mancavano pochi minuti alle 22. Una chiamata di quasi 17 minuti in cui il premier ha attaccato sinistra e magistrati, ha parlato del rapporto con la Lega e di economia. Umbria24.it ve la propone nella sua versione integrale:
La Lega non tradirà «La nostra coalizione non corre rischi», ha detto Berlusconi nel corso della telefonata. «La Lega – ha spiegato - sta preparando una mozione per quanto riguarda il nostro doloroso impegno in Libia. E’ un problema questo che ha creato qualche scombussolamento e qualche fibrillazione, ma che stiamo assolutamente superando. Già ci sono le loro dichiarazioni – ha aggiunto il premier – che non hanno mai pensato di creare problemi alla nostra maggioranza».
La sinistra e i pm «Credo che in questi 2 anni che abbiamo da qui alla fine della legislatura sapremo respingere gli attacchi, gli insulti e le menzogne che l’opposizione e i magistrati militanti della sinistra continuano a seminare contro di noi nelle piazze, nelle tv, sui giornali e riusciremo ad approvare le riforme». Ha detto il premier attaccando i politici della sinistra che – ha aggiunto – «qualora tornassero al potere consentirebbero le intercettazioni a tappeto, a go-go soprattutto accanendosi contro i loro nemici politici». Berlusconi ha ribadito che «il governo non ha poteri, il presidente non ha poteri. Quando si vota una legge in parlamento – ha aggiunto – se non piace ai pm della sinistra la impugnano e la portano davanti alla Corte costituzionale, che la può abrogare e – ha concluso - hanno abrogato delle leggi veramente impossibili da abrogare, hanno avuto il coraggio di farlo».
Mission impossible Toccando i temi economici, infine, Berlusconi ha detto: «Abbiamo messo alle nostre spalle il picco della crisi meglio degli altri Paesi europei ed abbiamo ottenuto la fiducia dei mercati. Io credo che noi abbiamo realizzato una vera e propria mission impossible e lo abbiamo fatto senza mettere mai le mani nelle tasche degli italiani».

mercoledì 27 aprile 2011


IL COMMENTO

Diritto di vivere, diritto di morire 

di ADRIANO SOFRI 

CI sono incipit memorabili, come questo nei titoli d'agenzia di ieri: "Il Parlamento accelera sul fine vita". Svelti, si muore. Cioè, si vota. In realtà era un falso movimento, la simulazione di un'inversione dell'ordine del giorno fra la borsa e la vita: ma la borsa  - il "Documento di economia e finanza"- conserva la precedenza, e la vita può aspettare, fino a maggio inoltrato almeno. Votare di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio, ma questi ce l'hanno. Ieri, per stare al gioco, Berlusconi ha inoltrato una lettera aperta ai suoi deputati. Chiunque gliel'abbia scritta, ha fatto in modo che trasparisse il carattere apocrifo del testo.

C'è anche un appello ultraweberiano a conciliare l'etica della convinzione con quella della responsabilità, "come sempre" e una propria convinzione assai poco favorevole alla legge. Il risultato fa sobbalzare. Recita la lettera: "Sul 'fine vita', questione sensibile e legata alla sfera più intima e privata, non si dovrebbe legiferare e anch'io la penserei così se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il Parlamento e usurparne le funzioni".

C'è un capo e una coda. Il capo è ragionevolissimo, e ben detto, fino a "non si dovrebbe legiferare" compreso. Qui occorreva far punto, e piantarla lì. Ma la lettera era di Berlusconi, e Berlusconi è uomo d'osservanza alla morale cattolica, nella versione propugnata dalla gerarchia, tanto 
più quando si tratti delle "questioni legate alla sfera più intima e privata". Dunque la coda, "anch'io la penserei così, se non...". Se non cosa? Uno pensa che non si debba invadere la sfera più intima e privata, addirittura l'ora della nostra morte, e poi trova un argomento minore, una riserva, che lo induce ad accantonare un pensiero così decisivo? E qual è questo argomento? "I magistrati", diranno subito all'unisono i miei lettori grandi e piccoli, e infatti. Tribunali. Nemmeno più le Procure e i Pubblici Ministeri: Tribunali a carriere riunite. Il riferimento implicito ma fin troppo chiaro è ancora una volta alla ragazza Eluana e all'infinito dolore dei suoi. I tribunali si pronunciarono tante volte e nei modi più diversi su quella vicenda amarissima, che altrimenti sarebbe stata sciolta brevi manu. Un uomo triste e coraggioso volle che fosse riconosciuto il diritto alla scelta che sapeva essere stata di sua figlia. Alla fine di un vero calvario, "i tribunali" lo riconobbero, e anche allora governo e maggioranza parlamentare si accanirono ostentatamente nella gara a disputargli il corpo di sua figlia. Non la volevano, allora, una legge che sancisse ciò che dovrebbe essere la premessa di ogni relazione fra gli umani, il diritto di ciascuno a decidere del proprio corpo, a essere il proprio corpo. Erano gli altri a propugnare la legge, a voler mettere nero su bianco una libertà così elementare e fondativa. Poi, di colpo, la maggioranza si ricordò di essere maggioranza, e di poterne abusare, e scelse euforicamente di battersi lei per una legge alla rovescia, che negasse quel diritto, che mettesse il mondo a testa in giù e proclamasse l'idratazione e l'alimentazione artificiale pratiche obbligatorie per mano dello Stato.

È passato tanto tempo, da allora, e i compiaciuti deliri di questa maggioranza e del governo che la tiene al guinzaglio si sono spinti molto oltre anche nelle dichiarazioni più futili e grottesche.

Ministri e Parlamento vogliono decretare che la nutrizione forzata (avete provato? Io sì) non è una terapia. Hanno decretato che una ragazza cui vanno tutti i miei auguri era, secondo il capo del governo, una nipote d'Egitto. Scherzi da prete, seriamente argomentati e votati da uomini (e donne) adulti e ben pagati: al cui colmo sta lo scherzo da vescovo per il quale la persona non può decidere di sé, della propria nutrizione forzata, della rinuncia a cure non più volute e anzi temute e aborrite. Si è detto mille volte che il risvolto paradossale di questa orrenda prepotenza sta nella diffusa indifferenza al bisogno di aiuto morale e materiale di coloro che, a costo di ogni sofferenza, desiderano continuare a essere curati e a vivere. Si usa come un esorcismo la parola "eutanasia", facendone il sinonimo del rifiuto dell'accanimento della cura. E si ignora la differenza da chi rivendica una libertà per sé battendosi perché a ciascun altro sia assicurata la stessa libertà, anche quando si traduca in scelte opposte. È questa, oltre alla constatazione di un governo e una maggioranza parlamentare di introvabile ottusità e arroganza, la ragione vera della superfluità di una legge, che non vuole garantire a tutti un diritto, ma solo negarlo ad alcuni (e gli alcuni sono per di più la maggioranza dei cittadini: ma sarebbe lo stesso se si trattasse della minoranza di uno).

Ecco, mi sono di nuovo fatto prendere la mano e scrivere parole solenni, così fuori posto nella tragicommedia in corso. Torniamo alle frasi firmate da Berlusconi, e in particolare a quel piccolo argomento che capovolge il principio, quella minuscola riserva: "Se non ci fossero tribunali...". Ipotesi sentita, quasi sognante: "Se non ci fossero tribunali", come sarebbe bella la vita, e il fine vita. La conclusione necessaria della lettera di Berlusconi sarebbe un'ennesima, e appena più drastica e universale, riforma della giustizia: l'abolizione dei tribunali. Ma qui la lettera ha esitato, le è mancato, nonostante tutto, il coraggio. Per questo, i tempi non sono ancora maturi. Dunque accontentiamoci dell'espropriazione dei corpi agonizzanti che la nostra legge, "sintesi e mediazione alta", consente. "Noi liberali, cristiani, socialisti, riformisti, credenti di fedi diverse e non credenti- scrive la lettera - noi moderati, insomma, siamo convinti che la libertà, bene prezioso, non possa arrivare a negare la vita". Tutti gli altri, noialtri, neghiamo la vita. Mah. Dirò un'ultima cosa seria a Berlusconi e a chi per lui. Questa legge solleva in tante persone di ogni età e condizione d'animo e di salute una paura, un'offesa e uno scandalo tali che potrà diventare il fomite di decisioni estreme, dettate dalla volontà di sottrarre sé o i propri cari a una violazione e una sofferenza senza riparo. Ci pensi, chi abbia ancora a che fare con la vocina della coscienza.  
(28 aprile 2011)

AMBIENTE2

Il dibattito politico di questa campagna elettorale ci ha disegnato un quadro di un territorio fortemente inquinato  e ha portato alla ribalta il problema del CDR.
L'idea che le persone  si sono fatta è quella di scegliere per il prossimo sindaco chi è a favore o contrario al combustibile derivato dai rifiuti (CDR) e il bruciare nelle due cementerie, Barbetti e Colacem, questo prodotto, ma il tutto non si può ridurre alla dicotomia favorevole – contrario. Noi vogliamo portare la discussione sul tema dei rifiuti visti come una fonte di ricchezza per la pubblica amministrazione e quindi per tutta i cittadinie non solo per i soliti privati.
I rifiuti, se ben gestiti con coerenza, oltre che alla salvaguardia dell'ambiente e migliori servizi per tutte le persone,  possono creare nuovi posti di lavoro.
Ci sono altri  sistemi per lo smaltimento dei rifiuti oltre agli inceneritori: bisogna puntare al riciclo totale e adottare tecniche che portino dei vantaggi a tutti.  
Noi promuoveremo iniziative che forniscano informazioni alla popolazione sui temi cruciali dell’ambiente. 
Perchè si può parlare di futuro solo se si salvaguarda l’ambiente in cui si vive. 

NON "SIAMO" con Nessuno o "contro" nessuno, noi siamo le persone che vivono a Gubbio e per Gubbio vogliono continuare a faticare e Vivere!

AMBIENTE 1

AMBIENTE
L'articolo 9 della Costituzione Italiana tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione. Il compito dell'amministrazione deve essere quello di tutelare il territorio dalla speculazione di pochi a discapito di tutti e il bene comune deve prevalere su quello privato. Ma a Gubbio questo principio elementare non viene rispettato. Un esempio è il progetto di un IMPIANTO EOLICO  da realizzarsi sui "prati di Petazzano" presentato dalle Cementerie Barbetti oltre 2 anni fa e mai discusso in città, che prevede la realizzazione di 11 pale eoliche dell’altezza di 120 metri ciascuna, con pale di 90 metri di lunghezza e 32.000 metri cubi di aree cementificate che le renderebbe ben visibili da ogni punto del territorio eugubino. L'Associazione Italia Nostra e fortunatamente la Soprintendenza hanno sonoramente bocciato tale previsione proprio per l'eccessivo impatto ambientale. In soccorso alle cementerie è intervenuto il vicepresidente del Consiglio Regionale Goracci che, oltre ad aver spostato durante  il suo mandato di sindaco la  previsione di tali impianti dalle proprietà comunali a quelle private, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta regionale in cui "contesta" la legittimità del parere della Soprintendenza. I politici locali ed i candidati alle prossime amministrarive non parlano MAI di questo progetto e la cosa ci sembra strana. Noi ritieniamo che un intervento di tale rilievo non si configuri come un fatto privato, ma abbia una valenza pubblica e ci sentiamo di sostenere la Sovrintendenza nella posizione contraria a tale progetto. Noi c’impegneremo a redigere un regolamento che tuteli il nostro paesaggio dal fotovoltaico e dall'eolico SELVAGGIO, per far si che tali interventi non vadano a danneggiare gli interessi della collettività, promuovendo opere meno impattanti come il micro-eolico  ed il fotovoltaico integrato. La nostra idea è quella di utilizzare prima le aree già compromesse dal punto di vista paesaggistico, come ad esempio le aree CAI, e costituire dei Consorzi cui partecipino  Comune e cittadini al fine di distribuire in modo più equo i vantaggi dello sfruttamento di queste energie rinnovabili.

NON C'E' FUTURO SENZA CONOSCERE IL PASSATO


Oggi il PD e la sua coalizione dopo 10 anni dura opposizione "ricicla" la classe dirigente politica di Rifondazione Comunista  nelle sue fila.
Una Rifondazione Comunista, che ha una strana concezione dell’essere comunisti. Dovrebbe essere vicino al mondo operaio invece, quando le fabbriche falliscono, non difende i posti di lavoro ma aiuta i padroni. 
La sua politica è quella di cambiare destinazione d’uso a quelle che prima erano aziende per creare nuovi centri commerciali (vedi i casi ex Eirene di via Perugina e ex Ice a Madonna del Ponte). Cosa buona, per carità, ma per chi ha perso il lavoro a causa della dismissione delle due aziende, cosa ha fatto l’amministrazione Goracci/Ercoli? Niente. Ha soltanto aiutato i ricchi, come ha fatto anche sul piano casa con la trasformazione del complesso di San Marziale nella Beverly Hills eugubina dove sono sorte residenze di prestigio invece di pensare alle giovani coppie che devono acquistare una prima casa. 
Questa classe dirigente si è distinta per una politica classista, che ha fatto arricchire chi già si trovava in condizioni agiate e ha trascurato le esigenze dei piccoli e medi imprenditori, degli operai, di chi ha perso il lavoro. Ma la Giunta Goracci/Ercoli si è distinta anche per una serie di fallimenti clamorosi: il parcheggio della funivia,  mai ultimato; il parcheggio di San Pietro, in ritardo di oltre due anni; il Centro servizi Santo Spirito, che doveva essere un volano per il turismo e che invece è stato chiuso; le case per anziani autosufficienti, una cattedrale nel deserto, il vecchio ospedale,  con i soldi del Puc "congelati" non si sa sino a quando; le aree Cai di Mocaiana dove, sostenuto il costo per le opere di urbanizzazzione di tutta l'area, vi ha realizzato la propria sede una sola azienda, le aree Cai di Padule, che sembrano già appartenere al passato, dove chi ha costruito ha trovato problemi di ogni natura e altri non sono nemmeno riusciti a costruire; il Piano Regolatore Generale, un tomo di norme, anche in contraddizione tra loro, che hanno ingessato lo sviluppo della città, la caserma dei pompieri per la quale è andato perso un contributo di un milione e mezzo di euro; la strada di Sioli, per la quale sono stati persi i contributi dei bandi europei; gli eventi cancellati, come Umbria Jazz, il Festival internazionale del giornalismo, la Biennale di scultura, i convegni della Sepa, Life in Gubbio, Altrocciocolato, i campionati di nuoto, i campionati di endurance equestre, il rally di San Remo...; l’ambiente, perchè Gubbio sembra essere la seconda città più inquinata in Umbria, dopo Terni, per le polveri sottili.
Questi sono solo alcuni casi di mala amministrazione. Per vedere gli altri, basta fare un giro per la città. 

Gruppo API Alleanza per l'Italia / Gubbio

A PASQUA L'AMMINISTRAZIONE HA DATO IL PEGGIO DI SE'




Anche quest'anno le festività di Pasqua non hanno tradito le aspettative e Gubbio ha dimostrato di essere una delle mete più apprezzate dai turisti, grazie alle sue bellezze architettonico-artistiche, alle tradizione e al folklore, all'enogastronomia e al paesaggio.
Il grande afflusso di gente che si è registrato tra sabato e lunedì ha però sin da subito messo in luce la pessima gestione da parte dell'attuale amministrazione comunale. Durante il weekend, nelle ore cruciali del giorno, lunghe code di auto si sono formate, dal Pinolo alla zona della piscina, che cercavano invano di parcheggiare nelle aree di sosta a ridosso del centro storico (parcheggio dell'ex seminario, del Teatro Romano e di piazza Quaranta Martiri) nonostante questi fossero al completo. Bastava mettere un cartello ed informare i turisti che in quei parcheggi non c'era più posto per evitare gli ingorghi e le snervanti attese in auto. E' vero, si è trattato di un afflusso eccezionale che, ahimè, si registra raramente, ma sarebbe bastato un minimo di buon senso per evitare disagi a coloro che sono venuti in visita nella nostra città! Di fronte ad una tale situazione è poi lecito porsi un interrogativo: perchè il parcheggio dell'ex ospedale adiacente al viale del Teatro Romano non può essere usufruito da residenti e turisti ma è ancora privilegio di pochi anche se il nosocomio è stato trasferito a Branca oramai più di tre anni fa?
Durante il ponte di Pasqua poi Gubbio è stata protagonista di un episodio increscioso: un turista settantenne è morto in piazza Grande, la sera del Sabato Santo. I soccorsi sono stati inutili ma se ci fosse stato un presidio di 118 in città quella vita poteva essere salvata? Gubbio, città a forte vocazione turistica, non può non avere un presidio medico per le emergenze. Non si può aspettare che l'ambulanza arrivi da Branca, sempre che ce ne sia una disponibile. A Gubbio deve essere istituito un presidio medico temporaneo, perlomeno da attivare nei periodi in cui l'affluenza è maggiore.
Ultima nota dolente, la chiusura della mostra dei Dinosauri a palazzo dei Consoli. Per Gubbio si è trattato di un evento storico, con le sue oltre 90mila presenze, che è stato in grado di portare in città turisti come mai prima d'ora. Ma l'amministrazione comunale non ha fatto niente per sfruttare la geniale intuizione e far proseguire l'eco della mostra con altri eventi, magari di minor portata ma sempre di rilievo. Questa amministrazione non ha avuto il coraggio di osare e con i dinosauri se ne è andata anche una grande occasione per lo sviluppo turistico della città.

assunzioni: e Gubbio? già fatto troppo nelle precedenti campagne politiche?

In arrivo 42 assunzioni nei Comuni umbri. Si tratta di posizioni da impiegati, vigili urbani e avvocati. Lo segnala l’inserto Lavoro del Giornale dell’Umbria. I comuni interessati sono Città di Castello, Corciano, Piegaro, Panicale, Spoleto, Assisi, Corciano, Magione, Massa Martana e Bettona.
Alcuni esempi dei bandi pubblicati, tutti in scadenza entro il mese di maggio. A Città di castello ci sono 3 posti riservati a disabili con percentuale superiore al 46% per operatore di front office. Corciano ha avviato una selezione per un istruttore amministrativo che verrà assunto a tempo indeterminato. Magione invece cerca avvocati, mentre Assisi affiderà al vincitore un servizio sperimentale di accoglienza turistica nel periodo tra giugno e dicembre 2011.
Tutte le informazioni per inoltrare la propria domanda sono reperibili sui siti dei Comuni.

martedì 26 aprile 2011

... le feste di Pasqua son passate...

Anche quest'anno le festività di Pasqua non hanno tradito le aspettative e Gubbio ha dimostrato di essere una delle mete più apprezzate dai turisti, grazie alle sue bellezze architettonico-artistiche, alle tradizione e al folklore, all'enogastronomia e al paesaggio.
Il grande afflusso di gente che si è registrato tra sabato e lunedì ha però sin da subito messo in luce la pessima gestione da parte dell'attuale amministrazione comunale. Durante il weekend, nelle ore cruciali del giorno, lunghe code di auto si sono formate, dal Pinolo alla zona della piscina, che cercavano invano di parcheggiare nelle aree di sosta a ridosso del centro storico – parcheggio dell'ex seminario, del Teatro Romano e di piazza Quaranta Martiri – nonostante questi fossero al completo. Bastava mettere un cartello ed informare i turisti che in quei parcheggi non c'era più posto per evitare gli ingorghi e le snervanti attese in auto. E' vero, si è trattato di un afflusso eccezionale che, ahimè, si registra raramente, ma sarebbe bastato un minimo di buon senso per evitare disagi a coloro che sono venuti in visita nella nostra città! Di fronte ad una tale situazione è poi lecito porsi un interrogativo: perchè il parcheggio dell'ex ospedale adiacente al viale del Teatro Romano non può essere usufruito da residenti e turisti ma è ancora privilegio di pochi anche se il nosocomio è stato trasferito a Branca oramai più di tre anni fa? 
Durante il ponte di Pasqua poi Gubbio è stata protagonista di un episodio increscioso: un turista settantenne è morto in piazza Grande, la sera del Sabato Santo. I soccorsi sono stati inutili ma se ci fosse stato un presidio di 118 in città quella vita poteva essere salvata? Gubbio, città a forte vocazione turistica, non può non avere un presidio medico per le emergenze. Non si può aspettare che l'ambulanza arrivi da Branca, sempre che ce ne sia una disponibile. A Gubbio deve essere istituito un presidio medico temporaneo, perlomeno da attivare nei periodi in cui l'affluenza è maggiore. 
Ultima nota dolente, la chiusura della mostra dei Dinosauri a palazzo dei Consoli. Per Gubbio si è trattato di un evento storico, con le sue oltre 90mila presenze, che è stato in grado di portare in città turisti come mai prima d'ora. Ma l'amministrazione comunale non ha fatto niente per sfruttare la geniale intuizione e far proseguire l'eco della mostra con altri eventi, magari di minor portata ma sempre di rilievo. Questa amministrazione non ha avuto il coraggio di osare e con i dinosauri se ne è andato anche una grande occasione per lo sviluppo turistico della città. 

lunedì 25 aprile 2011

Lavoro giovani, Lanzillotta: «Fondo 5 mld e reddito garantito»

Un fondo per le politiche giovanili «non inferiore ai 5 miliardi di euro l'anno» con un pacchetto di proposte imperniate da un lato sullo studio e la formazione e dall'altro sul mercato del lavoro, per sostenerne l'occupazione combattendo la precarietà e contestualmente defiscalizzando i costi del lavoro per determinate figure (tra cui giovani e donne laureate). Sono tra le misure presentate dal think tank Glocus - con l'iniziativa “Più giovani più merito uguale futuro” -, presieduto da Linda Lanzillotta, che punta anche all'introduzione del reddito minimo garantito per giovani disoccupati o occupati al di sotto di una certa soglia di reddito. «Al centro dell'agenda politica va messa la questione giovanile, che è drammatica», ha detto la parlamentare dell'Alleanza per l'Italia, sostenendo che «se non si insiste sui giovani, non si investe nel futuro dell'Italia. Le risorse - ha sostenuto - nel bilancio dello Stato ci sono, a patto che la questione diventi priorità».

Rutelli: «Bipolarismo fallito, sbagliato tornare indietro»

Giovedì 21 Aprile 2011 11:59
«Il bipolarismo fallito italiano somiglia sempre più alla strada davanti al tribunale di Milano, con le due curve che si insultano e la gente normale che passa in mezzo e li guarda stupita»: lo dichiara il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, intervenendo al Caffè di skyTG24. «Sarebbe sbagliatissimo tornare a proporci di tornare su uno di questi due schieramenti», sottolinea Rutelli. «Il Partito Democratico deve prima sciogliere il dubbio sulla alleanza. Non può proporla contemporaneamente al Nuovo Polo e a populisti e giustizialisti di sinistra», osserva il leader dell'ApI. «Il centrodestra con Berlusconi ha avuto la sua ultima occasione alle scorse elezioni. Il premier ha detto “ghe pensi mi”, e ora si trova appeso a Scilipoti». «Se si votasse oggi il Nuovo Polo dovrebbe andare da solo, con una sua proposta, e dopo le elezioni, dare vita a un governo di larga coalizione, non dominato dalle estreme, per fare le riforme di cui ha bisogno il Paese», conclude il leader di ApI.
 

Berlusconi: "Sì ad azioni aeree mirate"



Raid sul bunker di Gheddafi a Tripoli

Palazzo Chigi: il governo informerà il Parlamento. La Russa: Non saranno attacchi indiscriminati. E i rischi per l'Italia non aumenteranno. Nel corso del bombardamento di Bab-al-Azizia tre morti e 45 feriti. Seif-al-Islam: "Attacco vile, ma è battaglia persa. Spaventa solo bambini". Incerta la situazione a Misurata, dove ancora si combatte. I ribelli: "Cacciate forze lealiste"

ROMA - L'Italia accoglie l'appello della Nato agli alleati: Silvio Berlusconi ha detto sì ad azioni aeree mirate in Libia, durante un colloquio telefonico con il presidente americano Barack Obama. Intanto, nuovi bombardamenti dell'Alleanza hanno colpito oggi a Tripoli la caserma e la residenza di Muammar Gheddafi, radendo al suolo un edificio e danneggiando una sala in cui il Colonnello teneva le sue riunioni: tre persone sono morte.

L'annuncio della disponibilità italiana a partecipare ai bombardamenti sulla Libia scatena immediatamente un coro di reazioni. "Non si tratterà di bombardamenti indiscriminati ma di missioni con missili di precisione su obiettivi specifici" si affretta a chiarire il ministro della Difesa Ignazio La Russa, aggiungendo che l'obiettivo è quello di "evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile". Il rischio per l'Italia non aumenterà, dice ancora La Russa.

Una nota di Palazzo Chigi riferisce che il governo informerà il Parlamento sulle azioni mirate in Libia, decise oggi, ed i ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa. L'Italia, informa sempre la nota, "ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, 
l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

Ma subito si registra la freddezza della Lega: "Se intendono bombardare, il mio voto non lo avranno mai", taglia corto Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione legislativa e responsabile delle segreterie nazionali della Lega Nord.

Secondo Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, invece è un bene "che l'Italia faccia il suo dovere fino in fondo, ma sarebbe stato bene farlo in autonomia e non facendosi tirare la giacchetta da Obama".

Attacco Nato a Tripoli. Anche oggi la Nato ha colpito Tripoli con un "attacco di precisione", ha reso noto l'Alleanza Atlantica con un comunicato in cui non fa esplicito riferimento agli uffici di Gheddafi.  Nel testo l'obiettivo del raid è definito "un quartier generale delle Comunicazioni che veniva usato per coordinare attacchi contro i civili".  Il bombardamento notturno su Bab-al-Azizia ha causato tre morti e circa 45 feriti, ha denunciato il regime, che ha parlato di "attentato alla vita di Gheddafi". Il rais, secondo il portavoce, è "illeso in buona salute". Per il figlio di Gheddafi, Seif-al-Islam, è stato un attacco "vile". I giornalisti stranieri sono stati accompagnati davanti all'edificio distrutto quando ancora i vigili del fuoco erano impegnati a domare le fiamme. Nella sala riunioni danneggiata dal bombardamento Gheddafi aveva ricevuto due settimane fa una delegazione di leader dell'Unione africana. All'inizio dell'intervento militare era stato distrutto il centro di comando 1 e controllo delle forze armate libiche, sempre all'interno di Bab-al-Azizia.

Figlio di Gheddafi: "Quella della Nato è battaglia persa, spaventa solo bambini".
 La missione che la Nato sta conducendo in Libia a capo della coalizione internazionale è ''una battaglia persa'' e i raid compiuti contro gli obiettivi di Tripoli ''spaventano solo i bambini''. Così Seif al-Islam Gheddafi ha commentato l'attacco compiuto dall'Alleanza Atlantica contro il complesso di Bab al-Aziziya. ''Voi, della Nato, state conducendo una battaglia perdente perché siete sostenuti da traditori e da spie'', ha detto il figlio del rais, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Jana. ''La storia ha dimostrato che nessuno Stato può contare su di loro per vincere'', ha aggiunto. Il governo libico non si farà intimidire da simili attacchi, ha proseguito, specificando che ''le bombe che hanno colpito l'ufficio di Muammar Gheddafi oggi spaventano solo i bambini. E' impossibile che ci facciano paura o che ci inducano ad alzare bandiera bianca''.

Missili di Gheddafi su Zintan, quattro morti. Le forze fedeli a Gheddafi hanno lanciato dei missili Grad sulla città di Zintan, a sud-ovest di Tripoli, provocando secondo gli abitanti la morte di quattro persone. Nove i feriti.

La battaglia per Misurata. A Misurata sono ripresi i combattimenti nonostante l'annunciata ritirata dell'esercito lealista 2 da parte di ribelli. Il bilancio è di almeno 30 morti e 60 feriti, riferisce un testimone all'emittente satellitare al-Arabiya. "E' in corso un bombardamento molto intenso e casuale sulle zone abitate - spiega Ahmed al-Qadi, un ingegnere che lavora presso la stazione radiofonica di Misurata - I corpi bruciati sono stati portati nell'ospedale".  "Violenti scontri sono ancora in corso nei sobborghi occidentali ma il resto è pulito", hanno aggiunto fonti dei ribelli alla Afp. Ci sono inoltre "soldati di Gheddafi nascosti in città per paura di essere uccisi ma non ci sono gruppi di combattenti lealisti".

Evacuati 140 civili verso la Tunisia. Circa 140 civili, tra libici e tunisini, sono stati evacuati nelle ultime ore dalla città libica di Misurata alla Tunisia grazie all'intervento di una nave inviata dal Qatar. Lo riferisce oggi il quotidiano di Doha in inglese, The Peninsula. Il giornale precisa che dei 127 libici e undici tunisini evacuati ieri, circa 90 erano feriti e che tra questi figurano bambini e anziani. Giunti nella vicina Tunisia, i feriti sono stati soccorsi dalla Croce Rossa locale e trasportati negli ospedali di Susa, Monastir e Mahdia.

Ministro degli Esteri libico: "Tripoli punta su road map"
. Il ministro degli Esteri libico Abdelati Obeidi si è recato ad Addis Abeba per discutere il piano di pace messo a punto dall'Unione Africana per mettere fine alla crisi. Lo ha annunciato un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, confermando che anche il Marocco è stato coinvolto negli sforzi per trovare una soluzione alla guerra in corso. Colloqui sono in corso con Russia, Grecia, Turchia e con i governi dell'America latina, ha precisato la fonte governativa. Il governo libico ha accettato il piano di pace messo a punto dall'Unione africana all'inzio di aprile, ma il Consiglio nazionale transitorio lo ha respinto in quanto nelle condizioni non si prevedono le dimissioni di Gheddafi. Nel testo si parla invece di immediato cessate il fuoco e di protezione dei civili.

sabato 23 aprile 2011

PERUGIA DIVENTA GREEN


ALLA RICERCA DI UN FUTURO SOSTENIBILE

Dal 12 al 15 maggio prossimi, il capoluogo umbro ospiterà i Perugia Green Days. Quattro giorni di mostre culturali, spazi espositivi di aziende verdi, dibattiti tra i soggetti della green economy per stimolare la conoscenza e lo sviluppo di un nuovo modo di concepire il progresso, i consumi e gli stili di vita.
Perugia Green Days 2011 – Perugia si tinge di verde. Dal dodici al quindici maggio prossimo arriva l’appuntamento più Green dell’anno. Per i cuori più verdi, per i curiosi, per gli addetti ai lavori un’occasione unica di confronto ed approfondimento. Ma non solo. Anche tutti coloro che sono interessati a questi temi avranno l’occasione di farsi un’idea sulla sostenibilità ambientale, e su tutti quei piccoli accorgimenti quotidiani che possono davvero dare una svolta positiva al nostro sviluppo e ai nostri stili di vita. Come persone, come cittadini, come consumatori.
Con i Perugia Green Days, il capoluogo umbro ospiterà infatti il suo primo incontro nazionale del mondo imprenditoriale, del terzo settore, delle istituzioni, enti certificatori e consumatori che operano in un’ottica comune di sostenibilità ambientale, secondo canoni di risparmio energetico e consumi responsabili, per generare il circolo virtuoso di una nuova economia più umana ed ecologicamente compatibile. L’evento è organizzato dall’Associazione Progettare il Futuro, Energy Days e dal Comune di Perugia, promosso da PEFC Italia e GBC Italia, con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e la collaborazione dell’UN WWAP, grazie al prezioso contributo della Banca di Mantignana che ha creduto sin da principio alla bontà dell’iniziativa.
I Perugia Green Days presenteranno un ricco calendario di appuntamenti ed iniziative, con un format innovativo: da un lato uno spazio espositivo con la presentazione di aziende ed imprese virtuose, nel centro storico di Perugia, cuore culturale e commerciale della città. Dall’altro, un calendario di convegni e seminari sui temi più attuali della green economy, affiancati a un’area eventi con mostre, spettacoli, installazioni ed animazioni di valore internazionali, che renderanno per 4 giorni la Rocca Paolina lo spazio cult per la cultura del verde a Perugia.
Inoltre, all’interno della Rocca Paolina, verrà presentata una mostra-spettacolo dal titolo “Archeologia Culturale”. Soggetto della mostra: “il Gorino”, il grande personaggio perugino, che verrà presentato sotto un’ottica ambientalista. Una delle direttrici chiave dello spettacolo è infatti l'idea centrale, nella filosofia goriniana, di riuso, re-impiego, e riciclaggio. Saranno anche allestiti in esclusiva alcuni modelli delle sue invenzioni realizzati esclusivamente con materiali riciclati. La mostra sarà organizzata e curata dall’Associazione Libero pensatore che da anni realizza iniziative di spessore legate alla figura di Vittorio Gorini.
Tante iniziative per tutte le età! I bambini potranno partecipare ai programmi didattici studiati per favorire la conoscenza e il rispetto di un’importante risorsa: l’acqua. Nei giorni di Perugia Green Days verrà proposto, sempre all’interno della Rocca Paolina, in collaborazione con Umbria Acque e POST, un percorso didattico sull’Acqua rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie con l’intento di avvicinarli, attraverso percorsi grafici, installazioni multimediali ed esperienze dirette, al tema acqua affrontandolo in chiave multidisciplinare, contemplando tanto il valore scientifico e naturalistico della risorsa quanto quello culturale e sociale. Sarà anche possibile per le classi conoscere il ciclo integrato dei rifiuti grazie al percorso che l’azienda di gestione dei rifiuti di Perugia Gesenu presenterà sempre all’interno della Rocca Paolina.
La giornata di Domenica 15 Maggio sarà dedicata al Turismo Sostenibile. Quel giorno sarà infatti celebrata la Giornata Nazionale della Bicicletta. Turisti e cittadini saranno invitati in una passeggiata in bicicletta per Perugia e dintorni, un modo sostenibile per muoversi e conoscere la bellezza della città. Altri percorsi saranno promossi, come il Trekking alla scoperta delle Torri e dei mulini medievali del Tevere, in collaborazione con l’Eco Museo di Pretola, e visite guidate nel pozzo di piazza IV Novembre curate dall’Associazione Subacquea Orsa Minore. Un “percorso ecologico energetico” sarà attivato con la visita al sito delle Marcite. 

venerdì 22 aprile 2011

Libia: che differenza c’è tra vittime civili e vittime in divisa?


Libia: che differenza c’è tra vittime civili e vittime in divisa?

Libia: che differenza c’è tra vittime civili e vittime in divisa?
ROMA - La professione del giornalista è molto complicata. Lo è per molte ragioni. La più importante è la  responsabilità etica dei suoi pensieri palesati nella scrittura. Pensieri che, nel bene e nel male, vanno a modificare quella che normalmente viene chiamata ‘opinione pubblica’.

La parola ‘opinione’ ha, come molte altre parole un significato diacronico, vale a dire che è mutata con il tempo: in Omero la parola ‘doxa’ ha il significato di ‘gloria’; poi, siccome la gloria è solo ‘apparenza’, assunse quel significato, per poi infine, dato che ciò che appare può avere, a secondo dello sguardo soggettivo, un significato particolare, si trasforma in ‘opinione’. Ad esempio un grande istituto di ricerca sociale, che fa ricerche di opinione si chiama, appunto, Doxa, e ‘indagine doxa’ si traduce immediatamente con ‘indagine di opinione’.
Quindi il giornalista, come dicevamo, veicola, con il proprio pensiero o con la propria credenza, l’opinione altrui. Purtroppo è anche vero che molti, troppi giornalisti, non avendo una valida onestà intellettuale, né un’etica civile, veicolano, consapevolmente, il lettore o lo spettatore televisivo, verso opinioni alle quali neppure lui crede, e lo fa esclusivamente per interessi personali.
Poi ci sono i giornalisti ‘assenti’, cioè quelli che non sono connessi con il proprio pensiero profondo, e quindi fanno del giornalismo un mestiere per tirare a campare, non mettendo mai nulla di proprio in ciò che scrivono. Per capirci sono quelli che “Tizio ha detto quello, caio ha detto quell’altro, ecc.”.  

In realtà, pensandoci bene, ci sono tante tipologie di giornalismo quanti sono i giornalisti stessi. E allora, tornando al discorso sull’etica civile del giornalista, possiamo dire che più un giornalista, con la propria realtà umana e la propria onestà intellettuale, indaga, approfondisce, ricerca la verità più vera, degli accadimenti, più il suo lavoro lo porta a realizzare la propria essenza umana. Realizzazione che non può prescindere da un investimento verso l’altro da sé, e che, nel caso di coloro che utilizzano la parola per indagare la realtà umana, questo investimento significa rendere sapiente e intelligente il lettore.
Usiamo le parole di un grande giornalista, Albert Camus, per chiarire ulteriormente il significato di etica giornalistica: “Ho cercato in particolare di rispettare le parole che scrivevo, giacché, per mezzo di esse, rispettavo coloro che le potevano leggere e che non volevo ingannare”.

Abbiamo fatto questa lunga introduzione, prima di affrontare il problema delle vittime della guerra in Libia, perché in questo caso esprimere una propria opinione sulla giustezza di queste operazioni belliche è difficilissimo: è giusta questa guerra? Era meglio lasciare che una parte della popolazione venisse uccisa pensando che solo un popolo sovrano può cambiare la storia del proprio paese? Oppure era giusto intervenire come è stato fatto?
È quasi impossibile assumere un’idea giusta in questo caso e parlarne sicuri che le parole che scriviamo siano da noi rispettate. Sappiamo molto bene che le intenzionalità coscienti ed inconsce degli attori in gioco che decidono le sorti del popolo libico non son certo pulite. Delle intenzioni di coloro che guidano il nostro paese è meglio sorvolare tanto è palese il loro coinvolgimento con le aziende petrolifere, ma sappiamo anche che i potenti degli altri paesi che stanno attaccando Gheddafi e le sue truppe, non lo fanno certamente solo per salvare esseri umani. Naturalmente parliamo delle vittime di questa guerra per parlare anche di tutte quelle guerre dove le forze di altri paesi invadono un paese sovrano, uccidono i resistenti, mettono al potere persone a loro fedeli ed obbedienti.
Leggiamo anche la nostra Costituzione per trovare eventuali giustificazioni di questa guerra, ma non le troviamo: “ Art. 11 - L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Forse non sappiamo leggere ma non ci sembra che ci sia scritto che si può attaccare un paese quando vi è in corso una guerra civile. Inoltre la rapidità col la quale si è intervenuti è veramente sopetta.
E allora, forse, in casi come questi, il giornalista deve saper volgere lo sguardo all’interno di questi drammi umanitari e avvertirne la verità più vera che vada al di là delle parole che sente dire dai politici e dai cosiddetti esperti. Noi vorremmo farlo dall’angolazione che caratterizza questa nostra rubrica ‘Cronache dal sottosuolo’: l’approfondimento psicologico degli accadimenti.
E partiamo subito con la solita domanda: perché un essere umano uccide un essere umano? Ci facciamo questa domanda perché, i media, senza quasi nessuno escluso, in questa guerra contro, il Libano fanno una differenza tra le ‘vittime’ civili e i ‘morti’ che indossano la divisa delle truppe fedeli a Gheddafi. Abbiamo messo le virgolette sulle parole ‘vittime’ e ‘morti’, perché è in questo modo che vengono nominati gli esseri umani deceduti per questo conflitto, dando in questo modo un diverso peso semantico alle persone senza vita che si vedono nei telegiornali e sulle foto dei giornali. Possiamo fare l’errore di pensare che tutti coloro che stanno dalla parte del dittatore libico siano i cattivi e quelli che stanno dall’atra parte siano i buoni? Evidentemente non possiamo essere così ciechi. Quindi se pensiamo che i morti delle due fazioni siano tutti vittime, dobbiamo anche pensare che coloro che li hanno assassinati sono carnefici. E quindi dobbiamo tornare alla domanda iniziale che chiedeva perché un essere umano uccide un essere umano.
Mettendo da parte un attimo la tragedia degli esseri umani che moriranno perché le ‘bombe intelligenti’ falliscono i bersagli, e che, per nascondere l’orrore, verranno chiamate non vittime ma “effetti collaterali”, parliamo dei morti uccisi coscientemente dalle truppe che si fronteggiano.

Se un essere umano, premendo un pulsante, sa di uccidere esseri umani, a meno che non lo faccia per difendere la propria vita, è un omicida perché uccide uomini. Ma, come sappiamo, per gli aviatori che premono i pulsanti fatali sui cieli libici, quelli che debbono colpire non sono ‘esseri umani’ ma ‘bersagli’. Coloro che guidano i caccia e i bombardieri, o che sparano con i cannoni, hanno fatto esperienza bellica davanti a computer che riproducono come in una fiction la realtà della guerra. E per loro la guerra, quella vera, non è altro che un adrenalinico war games, e le vittime dei loro atti omicidi sono solo rappresentazioni elettroniche.
Ecco come si può uccidere un essere umano come se niente fosse: prima si deve cambiargli senso. Il pensiero delirante, che altera la percezione, è “Colui che io uccido appare come un essere umano, sembra un essere umano, ma in effetti non lo è, perché in realtà è un nemico, è un bersaglio, è una sagoma inanimata”.
Anche i nazisti non parlavano di campi di concentramento e di sterminio degli ebrei ma usavano eufemismi tipo, ‘campi di lavoro’ e ‘soluzione finale’. Tra dieci o vent’anni ci troveremo anche noi come i tedeschi a chiederci per anni “come è potuto accadere’ e qualcuno ci dirà ancora che la violenza è insita nella natura umana magari parlando in modo delirante di peccato originale e di natura umana perversa.
Ora, dato che sono i moventi  psichici non coscienti che spingono gli esseri umani ai comportamenti, noi dobbiamo capire quali sono e perché essi fanno certe cose e non ne fanno delle altre. Ad esempio moltissimi italiani votano Berlusconi perché credono che egli è una specie di salvatore della patria. E abbiamo usato il verbo ‘credere’ e non ‘pensare’ non a caso perché  il pensare è una forma attiva del pensiero mentre il credere è una forma passiva: il pensiero non è tale se non indaga la realtà per cercare la verità sempre più profonda e invisibile, ovvero il contenuto del contenuto; la credenza invece si ferma all’apparenza e paralizza il pensiero il quale non può che produrre che forme piatte e cristallizzate nel tempo.
Prima abbiamo utilizzato un’espressione verbale appartenente al lessico psichiatrico, ‘pensiero delirante’, perché, per conoscere le motivazioni inconsce che spingono all’omicidio, dobbiamo scomodare la psichiatria e parlare di ‘percezione delirante’ e di ‘pulsione di annullamento’.

Per cercare di spiegare il significato di questi due concetti, che insieme a ‘Fantasia di sparizione’ sono i cardini della ‘Teoria della nascita’ dello psichiatra Massimo Fagioli, proviamo a leggere un suo articolo, pubblicato nel ’62 e ripubblicato, nel 2009, nella rivista di psichiatria e psicoterapia ‘Il sogno della farfalla’.
La ‘percezione delirante’ che altera non l’oggetto percepito ma il senso che noi diamo all’oggetto è una: “Percezione nuova per: a) aumento di significati secondari per aggiunta di quelli deliranti che b) vengono percepiti nella vivezza immediata in cui la percezione è vissuta”. Ci rendiamo conto che ciò che stiamo scrivendo potrebbe non essere molto chiaro per i non addetti ai lavori, però se applichiamo questi concetti a ciò che sta accadendo in Libia forse riusciamo a farci intendere. I militari della Nato che uccidono con le bombe i militari libici, percepiscono questi esseri umani in modo delirante in quanto, nell’istante della percezione, danno “significati secondari” al loro omicidio, altrimenti non potrebbero uccidere un essere umano. Tutto questo accade ne “l’immediatezza sincretica della percezione con coscienza del significato” ; vale a dire che la visione viene alterata da un pensiero delirante che si forma nell’istante della percezione: “l’immediatezza sincretica”.

Tutto questo, pur non essendo natura umana ma un disturbo del pensiero, diventa congruo in questa nostra società e viene legittimato dalle leggi di questa società.
In questi giorni è stato pubblicato in Germania, in lingua tedesca, il capolavoro teorico di Massimo Fagioli ‘Istinto di morte e conoscenza’. In questo suo primo libro, pubblicato la prima volta in Italia nel 1970, egli ha svelato l’origine della malattia mentale: la pulsione di annullamento. Secondo la psichiatra tedesca Hannelore Homberg, la scoperta della pulsione di annullamento da “risposte inedite ai tanti che in Germania fanno ancora i conti con l’enorme problema del nazismo. Le radici pulsionali dell’anaffettività scoperte da Fagioli potrebbero dare una risposta estremamente importante e innovativa alla loro domanda ‘come è potuto accadere’, evitando però – conclude la psichiatra - ogni pessimismo su una natura umana sempre pensata come necessariamente malvagia ed aggressiva”.

La Homberg quindi afferma che i tragici avvenimenti della shoah, che continuano a segnare intere generazioni di tedeschi, ancora angosciati dai sensi di colpa e dal terrore di un ‘eterno ritorno’ di tanta violenza distruttiva, possono essere spiegati solo se si utilizza come chiave ciò che Fagioli ha chiamato “pulsione d’annullamento” e che  descrive come “un far sparire l’altro interiormente”, come fanno i bambini quando chiudono gli occhi per far sparire qualcuno, facendo un “uso negativo delle capacità visive.”

Ci sembra, a questo punto, abbastanza chiaro che, per poter far violenza o uccidere l’altro da sé lo si debba prima spogliare del senso dell’umano e  attribuirgli attraverso la ‘percezione delirante’ un altro significato. I tedeschi percepivano gli ebrei come esseri deformi per esempio. Solo in questo modo si può fare la differenza tra vittime civili e militari: percependoli in modo diverso.
Noi non sappiamo se questa guerra può essere giustificata. Da giornalisti, che non si fermano alla superficie delle cose, ma tentano di dare un senso reale a questa vicenda drammatica, possiamo informarvi che, nonostante ciò che ci viene detto dai media,  i libici, governativi e ribelli sono tutti esseri umani, e se divengono vittime significa che c’è un carnefice che non si può nascondere dietro una divisa che togliendogli l’identità umana lo deresponsabilizza dei suoi atti: anche i nazisti al processo di Norimberga affermarono che, essendo militari, avevano semplicemente eseguito degli ordini.
A Gheddafi hanno piò volte cambiato il significato del suo essere: divinizzato dagli occidentali come un papa, tanto che qualcuno è arrivato a baciargli la mano, fino a pochissimi giorni fa, ora è diventato il nemico pubblico numero uno e percepito come tale.

Per coloro che non cambiano in modo delinquenziale e con furbizia opinione ogni giorno a secondo come tira il vento, e non hanno la cataratta della percezione delirante, Gheddafi è sempre stato un criminale protetto dalle industrie petrolifere e dai loro complici politici. Il governo italiano, principale alleato di questo criminale megalomane e pazzo – parliamo di Gheddafi - lo pagava per impedire gli imbarchi, e continuava a pagarlo anche dopo che erano stati documentati i metodi disumani e criminali che venivano impiegati con coloro che venivano respinti dalle nostre leggi razziste.
Bastava guardare e pensare anziché annullare e credere … in modo delirante.