martedì 19 aprile 2011

EOLICO:Preconcetti da sfatare


Preconcetti da sfatare

Una serie di affermazioni spesso udite da parte dei rappresentanti dell’industria eolica  si dimostrano del tutto infondate:
Si devono individuare soglie di potenza eolica da assegnare empiricamente alle Regioni affinché ognuna contribuisca complessivamente sul piano nazionale
FALSO: la possibilità e il grado di insediamento di potenze eolica su un territorio regionale dovrebbero essere subordinati ad un Piano, che a sua volta dovrebbe essere valutato nella sua sostenibilità ambientale
I nuovi aereogeneratori minimizzano o annullano l’impatto diretto (collisioni) con l’avifauna poiché utilizzano turbine a basso numero di giri e quindi le pale si muovono più lentamente.FALSO: la velocità di rotazione delle pale potrebbe risultare inferiore in valore assoluto rispetto a vecchi modelli ma risulta in buona parte compensata dalla maggiore ampiezza del raggio delle pale che, quindi, conferisce ugualmente una notevole velocità alla punta delle stesse. Ecco un semplice esempio dimostrativo:
- lunghezza minima della pala di una turbina da 2MW = circa 35 m. (nei progetti odierni già presentati arrivano a 3 MW !)
- circonferenza percorsa all’estremità = 2x 3,14 x raggio = 2×3,14×35= 219,8 m.
- ad una ipotesi di osservazione in regime contenuto di ventosità facilmente osservabile, la pala potrebbe compiere l’intero giro in 8 sec (rispetto ad un range dichiarato da 6 a 21,5 rpm) e quindi effettuare 60/8= 7,5 giri/min (o rpm)
- velocità corrispondente = circonferenza x giri/min = 219,8 x 7,5 = 1648,5 m/min ovvero 1,6485 Km/min
- velocità in km/h = 1,6485 Km/min x 60 = 99 Km/h
estrapolando la velocità per l’intero spettro di ventosità utile e quindi di rotazione delle pale cosi come dichiarato nelle specifiche tecniche del modello di aereogeneratore (velocità di rotazione da 6 a 21,5 giri/min), se ne conclude che la velocità delle nuove pale eoliche all’estremità è compresa tra un minimo di 80 Km/h e un massimo di 288 Km/h .
Tale “riduzione” viene ritenuta tra le “mitigazioni” dei potenziali impatti diretti, che, tuttavia, per effetto dell’ampiezza delle pale permetterebbe a quest’ultime di raggiungere la velocità max di 288 km/h (specifiche tecniche turbina Enercon E70 da 2 MW, ma si prevedono anche turbine di potenza fino a 3 MW). Rispetto a queste, i “vecchi” modelli (ma con raggio pale inferiore), pur con una rotazione max di 33 rpm raggiungerebbero la velocità di 250 Km/h con pale di 20 m. di raggio o di 310 Km/h con pale di 25 m. di raggio.
I detrattori dell’eolico sono cosi avversi a questa forma di energia pulita che non ammettono l’esistenza almeno di un impianto “modello” sul territorio nazionale.
FALSO: L’avversione nei confronti del cosiddetto eolico selvaggio deriva proprio dal fatto che in Italia l’eolico si è sviluppato nella più completa anarchia; una anarchia  che si riflette anche sulla selettività dei progetti. Se  una ipotetica società “illuminata” si prendesse il lusso di adottare le forme più garantiste di concertazione e valutazione sarebbe semplicemente fuori mercato, perché nella deregulation normativa attuale verrebbe immediatamente superata da altre società che non esiterebbero a usare progettualità e procedure empiriche e sommarie.
Nella blasonata Danimarca (Middelgrunden) segnaliamo  l’esperienza di realizzazione di un impianto da 20 macchine off shore a cura di una società pubblico/privato la quale ha messo in atto una comunicazione preventiva, -che ha raggiunto 50.000 persone!-, rivolta alla popolazione interessata.
In Italia la quasi totalità delle realizzazioni avviene a vantaggio di imprese private e con una vergognosa evidenza pubblica limitata all’albo pretorio comunale.
Gli uccelli migratori non sono interessati dagli effetti delle centrali eoliche poiché si muovono solo ad una altezza di varie centinaia di metri
FALSO: Se cosi fosse nessuno o quasi osserverebbe gli animali in migrazione. Le migrazioni sono un fenomeno che dipende da molteplici fattori. Molti migratori conciliano gli spostamenti con l’esplorazione del territorio attraversato per necessità alimentari.
Inoltre studi indipendenti, con l’ausilio di tecnologie sofisticate come radar e visori notturni, hanno dimostrato come gran parte dei migratori si muovono di notte e pur abbracciando un notevole spettro altimetrico si concentrano maggiormente in un ambito di 50-150 m di altezza.
In Danimarca con l’eolico si contribuisce al 20% della domanda di energia elettrica e questo dimostra che l’eolico può arrivare a soglie percentuali notevoli per una nazione.
FALSO: tale considerazione va ricondotta a una valutazione in termini relativi e non assoluti: la Danimarca è grande quanto la Lombardia. Paradossalmente  e’ come se lo Stato di S. Marino diventasse  esportatore di energia grazie a una centrale eolica da 50 MW
Uccelli, Chirotteri e fauna selvatica in genere non sono interessati dagli effetti dell’eolico perché nei loro spostamenti evitano accuratamente le pale e possono convivere con esse
FALSO: questo genere di reazione comportamentale è da ricondursi più propriamente a una modifica ed una riduzione nell’uso spaziale del territorio da parte di alcune componenti faunistiche sensibili. Nel migliore dei casi si tratta di una distanza “di rispetto” e quindi di una “perturbazione” nell’ecologia comportamentale della specie considerata che come tale va analizzata.
Concettualmente, si tratta di macroscopici errori di interpretazione in quanto tali interferenze determinate dalle torri eoliche (effetti indiretti, ben più gravi di quelli diretti: allontanamento indotto da disturbo, rumore, degrado habitat agro-pastorale,… ) non possono che tradursi in un’ ulteriore riduzione dello spazio vitale e delle risorse trofiche per la fauna, particolarmente incidente per quelle specie ecologicamente sensibili (rapaci e predatori in genere).
Gli impianti eolici sono opere di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti.
FALSO : Gli impianti sono qualificati come tali solo con il conseguimento delll’Autorizzazione Unica ottenuta ai sensi del D.Lgs 387/03. In realtà questa affermazione fuorviante è strumentalmente promossa negli ambiti comunali dove viene inserita sommariamente (e illegittimamente) nelle delibere di approvazione delle convenzioni da stipulare con le società eoliche.
Gli studi sugli effetti dell’eolico sull’avifauna dimostrano che gli effetti diretti (collisioni) sono trascurabili, quindi gli impianti eolici sono del tutto compatibili con la biodiversità.
FALSO: Nei progetti sono spesso citati strumentalmente alcuni casi di studio come quello estratto da “Indagine bibliografica sull’impatto degli impianti eolici sull’avifauna”– Regione Toscana-, realizzato presso Gibilterra in cui la percentuale di collisioni mortali registrate è risultata molto bassa in rapporto alla notevole presenza di uccelli rapaci.
Si omette tuttavia la valutazione espressa dall’indagine bibliografica che ha raccolto tale studio, secondo cui è “Da notare che il basso numero di collisioni registrate potrebbe essere dovuto ad un difetto di indagine, anche alla luce di risultati completamente differenti che si trovanoi in altri studi effettuati nella stessa area.” I risultati differenti sono riferiti da Luke, A., Hosmer, A. W. 1994. in Bird deaths prompt rethink on wind farming in Spain. – WindPower Monthly 10 (2):14-16 che, per quanto venga giudicato un lavoro incompleto, evidenzia un numero di collisioni registrate 10 volte superiore a quelli della precedente indagine.
Va precisato che alcuni studi sono redatti da esperti ingaggiati da società eoliche, il che implica ovvi motivi di cautela nella considerazione degli stessi (es. studio sul comportamento dei rapaci svolto presso Tjaereborg, in Danimarca – Wind Energy 1997). Và ricordato inoltre che oltre alle collisioni vi sono anche altri impatti indiretti a carico della biodiversità.
Gli effetti diretti (collisioni) dell’eolico sull’avifauna e sui Chirotteri sono in percentuale una frazione trascurabile rispetto a quelli determinati da altre cause (impatti stradali, caccia, ecc).
FALSO: questo tipo di confronto generalizzato non ha alcuna valenza scientifica nell’ambito di una seria valutazione. Nella statistica non viene considerato il valore relativo delle specie interessate in rapporto alla tipologia di impatto, atteso la notevole differenza del valore conservazionistico e naturale, ad esempio, tra una gazza investita lungo una arteria stradale e un’aquila reale in collisione con un aereogeneratore. Emerge un grave errore metodologico di fondo determinato da una analisi semplicemente comparativa e non cumulativa degli impatti.
Il rischio di tali effetti va rapportato all’importanza della popolazione faunistica considerato che la perdita di un solo esemplare di una specie numericamente inconsistente può avere la stessa importanza della perdita di molti soggetti per una popolazione più florida.
La produzione di un impianto eolico da 22 MW soddisfa il fabbisogno annuo dei consumi energetici di 40.000 abitanti
FALSO: bisogna precisare che questi fabbisogni sono calcolati sulla scorta del consumo medio di un contatore elettrico ad uso domestico per una famiglia media. Non si tiene conto quindi di altre tipologie di consumo non elettrico (riscaldamento, trasporto,…) o di esigenze accessorie spesso molto più energivore (uffici, ascensori, illuminazione pubblica, complessi industriali,…)
In Italia la penetrazione dell’eolico è in forte ritardo rispetto ad altri paesi.
FALSO: I suoi sostenitori invocano strumentalmente un presunto ritardo nella messa in opera di insediamenti eolici per avere ulteriore mano libera sul territorio. Il dato vero da analizzare è quello dei MW che hanno conseguito già il parere ambientale positivo,  sostanziale nel procedimento autorizzativo.
In tal caso i circa 3000 MW ufficialmente realizzati si trasformerebbero in un’ipoteca di oltre 10.000 MW. Una cifra aberrante, ancor più scandalosa considerato che tali pareri sono stati espressi nella quasi totalità escludendoli dalla V.I.A. e in assenza di pianificazione territoriale ed energetica
L’eolico subisce una forte limitazione dovuta ad un percorso autorizzativo troppo burocratico.
FALSO: la normativa vigente è talmente permissiva e sbilanciata in relazione agli incentivi economici che la moltitudine di impianti che hanno conseguito pareri positivi parla da se
In Italia non si rilevano carcasse di uccelli sotto gli impianti eolici realizzati, questo fa ritenere che le collisioni siano del tutto inesistenti.
FALSO: Spesso si riesce solo a registrare la scomparsa delle specie territoriali che frequentavano l’area interessata in quanto la verifica delle collisioni richiede un monitoraggio costante e continuativo per periodi di tempo prefissati, con l’impiego di personale indipendente e preparato, tenendo conto di un indice di predazione delle carcasse. Infatti volpi, roditori, cani randagi e altri predatori opportunisti possono sottrarle entro poche ore.
L’industria eolica investe notevoli capitali per la realizzazione delle centrali eoliche
FALSO: La stragrande maggioranza di imprese eoliche si configura come  srl con irrisori capitali sociali. In ogni caso si ricorre senza problemi agli accessi al credito in quanto un progetto eolico autorizzato equivale quasi ad un titolo finanziario.
Perché? Perché dopo 2-3 anni dall’investimento la produzione elettrica determinerà un ritorno economico notevole frutto di lucrosi e certi incentivi pubblici.  Si aggiunga che milioni di euro sono stati concessi anche per la realizzazione di tali impianti (legge 488), che questa produzione industriale non ha rischi di invenduto (poiché dispacciata con priorità sulla rete), che le società eoliche non hanno bisogno di acquistare materie prime per la produzione.

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