giovedì 7 luglio 2011

Berlusconi: "Salva Fininvest, Tremonti sapeva" Bossi replica: "Tutti all'oscuro, anche Giulio"



La cosiddetta "salva Fininvest" era "sacrosanta e equilibrata", afferma il premier. "Anche per Tremonti, che non l'ha sottoposta al voto in Cdm perché credeva fossero tutti d'accordo". "Potremmo ripresentarla dopo la sentenza su Fininvest: non sarebbe più considerata ad personam"

ROMA - Fininvest si salva anche senza la norma rimossa dalla manovra, che Tremonti 1considerava "sacrosanta". Così Silvio Berlusconi, intervenuto a Montecitorio alla conferenza stampa di presentazione del libro di Domenico Scilipoti. Secca replica di Umberto Bossi: della norma sul lodo Mondadori "non sapeva nessuno, nemmeno Tremonti".

La cosiddetta "salva Fininvest", il "comma 23" inserito e poi rimosso 2 dal decreto sulla manovra, "non l'ho scritta io - tiene a precisare il premier -, mi sono astenuto da tutto. Della cosa si è discusso in Cdm. Il ministro Tremonti, che la considerava sacrosanta, non ha ritenuto di portarla al voto del Consiglio dei ministri. Era sicuro che tutti i membri del governo sarebbero stati d'accordo. Per esempio, Calderoli che mi ha detto che avrebbe voluto aiutarmi a scriverla meglio. Non c'è nessun giallo. Io e la Fininvest non abbiamo bisogno di nessuna norma per salvarci".

Berlusconi, inoltre, non considera affatto chiusa la partita. "Non c'è nulla - ha affermato - che ci impedisce di ripresentare" quella norma, "si può pensare di inserirla durante il percorso parlamentare". Osserva ancora il premier: "Su Fininvest ci sarà una sentenza prossimamente, a quel punto non si potrebbe più
considerarla una norma ad personam".

Poi Berlusconi torna ad attaccare, duramente, l'opposizione. "Non si rassegna, e non riesce a giocare una partita all'interno delle regole democratiche, ma è pronta a usare ogni mezzo per ostacolare il governo, dalle manovre parlamentari alla strumentalizzazioni dei risultati dei referendum e delle elezioni amministrative".
"L'opposizione - ha aggiunto Berlusconi - strumentalizza la manovra, i referendum e le elezioni amministrative. Non esiste in nessun altro paese europeo che se si perdono le elezioni di medio termine si chiede di andare a votare. Non è accaduto alla Merkel e nemmeno a Zapatero nonostante la debacle".

Ma "la crescita non dipende da noi, non dipende dal Governo - si difende Berlusconi -. E' un'illusione statalista della sinistra. A far crescere l'economia sono le imprese e chi nelle imprese lavora, è lo spirito di sacrificio con cui i cittadini sono disposti alla revisione di un welfare obsoleto, che per garantire tutti non garantisce più nessuno". Berlusconi aggiunge che per la crescita bisogna anche fare in modo che il sistema della giustizia sia più veloce e la burocrazia più snella: "Tutte queste cose in parte dipendono anche da noi, e infatti stiamo lavorando con impegno, ma resto convinto del vecchio slogan 'meno stato più società".

Per questo,  Berlusconi ha ribadito, "noi siamo al governo e resteremo fino alla fine della legislatura. Non consegneremo l'Italia a Bersani e Di Pietro nonostante i giornali, il fango e i fantomatici salotti dei poteri forti". "Penso che nessuno più di me sia stato oggetto di tanta violenza denigratoria - è l'accusa che il presidente del Consiglio muove all'opposizione -. Per noi l'avversario è un avversario e basta, lo contraddiciamo ma lo rispettiamo. Per loro un avversario è da distruggere e ridicolizzare con qualsiasi mezzo. E' un nemico persino da odiare. Quello sofferto da Mimmo (Scilipoti, ndr) è stato impressionante. Chi ha coraggio merito stima. Scilipoti è stato aggredito e offeso persino negli affetti più cari".

Bossi: "Salva Fininvest, nessuno sapeva". Tremonti sapeva della norma sul lodo Mondadori? "Non lo sapeva nessuno. Nemmeno Tremonti". Così il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, ha risposto ai giornalisti lasciando Montecitorio. Sull'ipotesi che la norma salva Fininvest venga ripresentata in Parlamento, il Senatur ha detto: "Non so niente".

Il presidente del Consiglio in conferenza stampa ha affrontato altri temi dell'attualità politica, economica e giudiziaria. Ecco le sue risposte. 

Manovra
. "Completeremo la legislatura facendo le riforme necessarie per ridurre i costi della politica. Sono riforme che si possono fare senza allentare il controllo dei conti". Quanto alla manovra, il presidente del Consiglio ha ribadito che "il governo è assolutamente aperto a cambiamenti della manovra, purché non si tocchino i saldi".

"Libia, costretto all'intervento da Napolitano". "Ero e sono contrario" all'intervento bellico in Libia, ha spiegato ancora Berlusconi, "ma ho dovuto accettarlo non solo per la decisione dell'Onu, ma anche per un intervento preciso del capo dello Stato e per il voto di due commissioni alla Camera e al Senato. Sono stato costretto ad accettare". Comunque, ha detto il premier, l'intervento in Libia "non è attribuibile alla volontà degli americani. Credo che l'input più forte sia venuto da un governo europeo. Sono andato a Parigi, mi sarei affiancato alla signora Merkel...". Come finirà? "La conclusione nessuno la conosce - risponde Berlusconi -. Nell'ultimo Consiglio europeo Sarkozy e Cameron hanno detto che la guerra finirà quando a Tripoli ci sarà una rivolta dei ribelli contro Gheddafi".

Tasse: "Troppe incitano all'evasione". "La pressione fiscale è eccessiva, e questo comporta una giustificazione morale di chi evade" ha detto Berlusconi. Essendo il primo contribuente in
Italia, credo di non poter essere accusato di far le lodi di chi evade". Chi paga, ha spiegato il premier, ha la consapevolezza di pagare in cambio di servizi. Ma se fra queste due cose "non c'è proporzione si instaura nel cittadino una forma di giustificazione nel tentare di pagare meno imposte". Se invece, ha aggiunto, il cittadino "ha un giusto sentimento dei servizi" ci sono molti meno evasori. L'attenzione del governo è dunque "verso una pressione giusta che dovrebbe ridurre l'evasione".

P4 e Papa: "Sono garantista, aspetto". "Credo non ci sia ancora nulla, non conosco il caso concreto, aspetto di sentire cosa dirà la Giunta. Io sono naturalmente un garantista". Così, a margine della presentazione del libro di Domenico Scilipoti, il premier Silvio Berlusconi risponde ai cronisti che gli domandano un parere sull'inchiesta P4 e la posizione del deputato Pdl Alfonso Papa.

mercoledì 6 luglio 2011

Intercettazioni, Pisicchio: «La soluzione è pronta da tre anni»

Lunedì 27 Giugno 2011 14:52
«Di quando in quando rari sprazzi di ragionevolezza illuminano il cielo confuso della politica: è il caso del ritrovato senso della misura bipartisan sulle intercettazioni». Lo afferma Pino Pisicchio, vice presidente di Alleanza per l'Italia. «Alleluia. E dire che la soluzione è pronta da tre anni, condivisa e votata da destra-sinistra-centro dalla Camera all'unanimità nel 2008: è la proposta del governo Prodi, largamente rimaneggiata nella Commissione giustizia da me presieduta, con il concorso operoso di Pecorella, Buongiorno, Vietti e di Tenaglia». «Un impianto - ricorda l'esponente di ApI - che approvammo in Commissione e poi in Aula tutti, Di Pietro compreso e che non divenne legge solo perchè la legislatura cadde prima e il Senato non fece a tempo a discuterla. La soluzione - prosegue Pisicchio - è, dunque, a portata di mano, senza complicate fantasie o inciuci. Ed è una soluzione equilibrata, che non mortifica il diritto costituzionale del cittadino a non vedersi esposto al ludibrio universale, del magistrato che deve poter svolgere l'inchiesta con mezzi adeguati, del giornalista che non può vedere limitato il suo diritto-dovere all'informazione. E se quel testo - conclude il vicepresidente dell'ApI - per tre anni da noi richiamato e per tre anni rimosso dalla maggioranza, oggi sembra accettabile anche da Berlusconi, non per questo diventa meno valido».

Cappa (ApI) eletto Presidente dei Giovani Democratici Europei



Lunedì 04 Luglio 2011 10:51
Un italiano alla guida dei Giovani Democratici Europei. È Marco Cappa, portavoce nazionale dei Giovani di API. Si è chiuso questo weekend al Parlamento Europeo il secondo Congresso dei Giovani Democratici Europei (YDE), l'organizzazione giovanile del Partito Democratico Europeo presieduto da Francesco Rutelli e François Bayrou. Questa la scelta all’unanimità delle undici delegazioni dei vari paesi europei presenti. Hanno partecipato ai lavori anche i vertici dei Giovani Democratici Americani.

Missioni, verso riduzione dei contingenti Napolitano: "Cruciali anche con meno risorse" Il consiglio supremo si è riunito al Qurinale ed ha preso atto che ci saranno meno finanziamenti per gli impegni all'estero. "Anche con meno soldi l'Italia non si sottrarrà agli impegni presi". E sulla Libia si comincia a pensare alla fase "post conflitto"



ROMA - L'Italia non si può sottrarre agli impegni presi per le missioni internazionali, ma potrà ridefinire i suoi contingenti d'intesa con le istituzioni internazionali. Le missioni all'estero, dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anche se "con meno risorse restano cruciali". Infatti il Consiglio supremo di Difesa ha esaminato "gli impegni operativi delle Forze Armate italiane nei diversi teatri e la possibilità di una loro ulteriore qualificazione che consenta al nostro Paese di mantenere, anche a fronte di una ridotta disponibilità di risorse finanziarie, il ruolo cruciale che esso attualmente svolge a sostegno della sicurezza e della stabilità internazionale, in risposta a minacce, rischi e responsabilità cui l'Italia non può sottrarsi, ma che deve concorrere ad affrontare anche a tutela dei propri interessi strategici".

"A tal fine - prosegue la nota diramata dal Quirinale -  il Consiglio - nel rivolgere il proprio apprezzamento e partecipe omaggio ai militari e civili italiani impegnati con convinzione e spirito di sacrificio nelle missioni internazionali - ha convenuto sull'opportunità di procedere, di concerto con le Istituzioni internazionali e tenuto conto degli sviluppi sul terreno,  ad ogni possibile ridefinizione dei nostri contingenti. La ricerca di soluzioni concordate sarà ponderata e tempestiva".

Quanto alla Libia il Consiglio lascia prefigurare una fine del conflitto. "Con Riferimento alla crisi libica, che riveste 
particolare interesse per l'Italia, è stato effettuato un punto di situazione sull'andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive", è scritto nella nota. "Al riguardo - si legge - è stata sottolineata l'opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell'Onu".
(06 luglio 2011)

Province, centrosinistra diviso Renzi attacca il Pd: "Occasione persa"



Province, centrosinistra diviso
Renzi attacca il Pd: "Occasione persa"

Il giorno dopo l'astensione che ha stoppato la proposta di abolizione presentata dall'Idv i democratici si dividono. Il sindaco di Firenze: "Potevamo battere un rigore e non l'abbiamo nemmeno calciato".  Anche Vendola favorevole: "Sarebbe un taglio strutturale ai costi della politica"

ROMA - Da "Non si aboliscono eliminando la parola" "Occasione persa", il giorno dopo il voto sulla proposta dell'Italia dei valori per l'abolizione delle province 1 il centrosinistra è spaccato. Già ieri il segretario del Pd Pier Luigi Bersani aveva detto che in materia di province "Serve una riforma complessiva". In sostanza, è presto. Una posizione che all'interno del Pd provoca la reazione del sindaco di Firenze, Matteo Renzi:  "A chi mi chiede delle province dico che ieri il pd ha perso un'ottima occasione per dare un segnale al paese". Prosegue Renzi: "Io avevo proposto di abolire le province anche quando ero presidente e non era tema di moda. Ma ieri avevamo da battere un rigore e non l'abbiamo neanche calciato!".

Donadi(Idv): "Strategia incomprensibile". Dello stesso avviso il capogruppo a Montecitorio dell'Italia dei valori Massimo Donadi. "La politica - ha detto Donadi - ha perso  la possibilità di dimostrare che è capace di tagliare gli sprechi ed intervenire sulle sacche di inefficienza dell'apparato statale. Tagli agli sprechi ed ai costi della politica che sarebbero doverosi mentre gli italiani, lavoratori, imprese e famiglie, pagano il conto di una pesantissima crisi economica, anche a causa di una manovra iniqua". "Anche l'astensione del Pd 
- ha concluso il capogruppo Idv - ha contribuito a far perdere queste opportunità, con una strategia che risulta francamente incomprensibile"

Zoggia (Pd): "Non basta la eliminare la parola".Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd, circostanzia la posizione del partito: "Non è cancellando una parola che si risolve il problema del costo della politica", e aggiunge: "esiste una nostra proposta per quanto riguarda il riordino complessivo del sistema delle autonomie locali e delle regioni e in questa si colloca anche quella specifica relativa alle province. Un riordino che non deve e non può avvenire indipendentemente da una nuova e più snella visione dello stato, per fornire così servizi efficienti e non duplicazioni burocratiche. E' facile demagogia tracciare un segno sulla parola province, sarebbe una operazione identica a quella fatta da Berlusconi con le grandi opere".

Vendola: "Assolutamente favorevole". "Io sono assolutamente favorevole al taglio delle Province". E' la posizione del leader di Sel e governatore della Puglia Nichi Vendola, che spiega: "L'idea di approfittare della crisi economico-finanziaria per semplificare i luoghi della decisione a me pare una scelta importante". Vendola  ricorda che Silvio Berlusconi "lo aveva proposto nell'ultima campagna elettorale, una delle sue tante promesse da marinaio". Eliminare le province, infatti, secondo il leader di Sel, "sarebbe un taglio strutturale ai costi della politica" in quanto "c'è oggi tra comuni, aree metropolitane, province e regioni una commistione e confusione delle prerogative e responsabilità".

martedì 14 giugno 2011

allarme in Italia...ma va tutto bene...

http://www.youtube.com/watch?v=qqQ0IqHrzII

Non c’è la pistola fumante. Epidemia di E. coli causata dai germogli, ma…

Non c’è la pistola fumante. Epidemia di E. coli causata dai germogli, ma…

giu  11
10
Sui maggiori media la notizia sta uscendo con il verb all’indicativo: le autorità tedesche hanno accertato chela mortale epidemia europea di E.colicon epicentro in Germania si è originata dai germogli di soia.
Io però vado in controtendenza, e invoco un po’ di cautela: questa epidemia non rimanda affatto alle verdure, ma piuttosto in ultima analisiagli allevamenti intensivi.
Leggete bene le news: le autorità tedesche non hanno trovato il batterio sui famosi germogli. Non c’è proprio: analisi negative. Però quasi tutti quelli che si sono ammalati li hanno mangiati. Ergo…
Ergo un bel niente. Cioè, in questo momento consiglio caldamente una sana astinenza dai germogli incriminati. Ma non c’è la pistola fumante: sia chiaro.
L’E.coli è un batterio che vive nell’intestino degli animali a sangue caldo: oltre che l’uomo, galline, tacchini, maiali, mucche… Ed è li che bisogna cercare.
Questa varietà di E.coli – un ceppo mai visto prima, ha detto l’Organizzazione mondiale della sanità – è resistente a ben otto tipi di antibiotici. Per il resto, sembra del tutto simile ad un ceppo già comparso in Germania nel 2001.
Proprio la sua capacità mitridatica di resistere praticamente a tutto ha fatto galoppare la fantasia, suggerendo che si tratti di un microorganismo patogeno creato in laboratorio e poi sfuggito ai ricercatori, o magari diffuso da una mano criminale.
Potrebbe anche essere. Allo stato attuale, è un’ipotesi impossibile da smentire (e altrettanto impossibile da dimostrare con certezza), però c’è un’unica categoria di luoghi su tutta la Terra nei quali grandi quantità di batteri sono esposte a raffica ad antibiotici di tutti i tipi, così che alcuni hanno occasione di diventare resistenti.
Si tratta degli allevamenti intensivi di bestiame. Non risulta che le autorità tedesche abbiano sondato questo vasto campo di indagini: e del resto è ovvio che, dovendo bloccare la catena della diffusione, ci si concentri sull’ultimo anello – quello del passaggio all’uomo – e si rimandino ulteriori indagini a ritroso.
L’ipotesi più semplice è che l’anello a monte sia il letame: se, come dicono i tedeschi, si è ammalato chi ha mangiato i germogli, alcuni di essi possono ad esempio essere stati irrigati con acqua contaminata. Non tutti: altrimenti il batterio sarebbe stato trovato.
O magari ancor più indietro: parte dei semi dai quali sono nati i germogli incriminati è a sua volta venuta in contatto col batterio durante la crescita o la lavorazione. Chissà: mi auguro che qualcuno, prima o poi, lo appuri. Altrimenti ci sarà la possibilità di un’altra epidemia.