lunedì 25 aprile 2011

Berlusconi: "Sì ad azioni aeree mirate"



Raid sul bunker di Gheddafi a Tripoli

Palazzo Chigi: il governo informerà il Parlamento. La Russa: Non saranno attacchi indiscriminati. E i rischi per l'Italia non aumenteranno. Nel corso del bombardamento di Bab-al-Azizia tre morti e 45 feriti. Seif-al-Islam: "Attacco vile, ma è battaglia persa. Spaventa solo bambini". Incerta la situazione a Misurata, dove ancora si combatte. I ribelli: "Cacciate forze lealiste"

ROMA - L'Italia accoglie l'appello della Nato agli alleati: Silvio Berlusconi ha detto sì ad azioni aeree mirate in Libia, durante un colloquio telefonico con il presidente americano Barack Obama. Intanto, nuovi bombardamenti dell'Alleanza hanno colpito oggi a Tripoli la caserma e la residenza di Muammar Gheddafi, radendo al suolo un edificio e danneggiando una sala in cui il Colonnello teneva le sue riunioni: tre persone sono morte.

L'annuncio della disponibilità italiana a partecipare ai bombardamenti sulla Libia scatena immediatamente un coro di reazioni. "Non si tratterà di bombardamenti indiscriminati ma di missioni con missili di precisione su obiettivi specifici" si affretta a chiarire il ministro della Difesa Ignazio La Russa, aggiungendo che l'obiettivo è quello di "evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile". Il rischio per l'Italia non aumenterà, dice ancora La Russa.

Una nota di Palazzo Chigi riferisce che il governo informerà il Parlamento sulle azioni mirate in Libia, decise oggi, ed i ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa. L'Italia, informa sempre la nota, "ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, 
l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

Ma subito si registra la freddezza della Lega: "Se intendono bombardare, il mio voto non lo avranno mai", taglia corto Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione legislativa e responsabile delle segreterie nazionali della Lega Nord.

Secondo Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, invece è un bene "che l'Italia faccia il suo dovere fino in fondo, ma sarebbe stato bene farlo in autonomia e non facendosi tirare la giacchetta da Obama".

Attacco Nato a Tripoli. Anche oggi la Nato ha colpito Tripoli con un "attacco di precisione", ha reso noto l'Alleanza Atlantica con un comunicato in cui non fa esplicito riferimento agli uffici di Gheddafi.  Nel testo l'obiettivo del raid è definito "un quartier generale delle Comunicazioni che veniva usato per coordinare attacchi contro i civili".  Il bombardamento notturno su Bab-al-Azizia ha causato tre morti e circa 45 feriti, ha denunciato il regime, che ha parlato di "attentato alla vita di Gheddafi". Il rais, secondo il portavoce, è "illeso in buona salute". Per il figlio di Gheddafi, Seif-al-Islam, è stato un attacco "vile". I giornalisti stranieri sono stati accompagnati davanti all'edificio distrutto quando ancora i vigili del fuoco erano impegnati a domare le fiamme. Nella sala riunioni danneggiata dal bombardamento Gheddafi aveva ricevuto due settimane fa una delegazione di leader dell'Unione africana. All'inizio dell'intervento militare era stato distrutto il centro di comando 1 e controllo delle forze armate libiche, sempre all'interno di Bab-al-Azizia.

Figlio di Gheddafi: "Quella della Nato è battaglia persa, spaventa solo bambini".
 La missione che la Nato sta conducendo in Libia a capo della coalizione internazionale è ''una battaglia persa'' e i raid compiuti contro gli obiettivi di Tripoli ''spaventano solo i bambini''. Così Seif al-Islam Gheddafi ha commentato l'attacco compiuto dall'Alleanza Atlantica contro il complesso di Bab al-Aziziya. ''Voi, della Nato, state conducendo una battaglia perdente perché siete sostenuti da traditori e da spie'', ha detto il figlio del rais, citato dall'agenzia di stampa ufficiale Jana. ''La storia ha dimostrato che nessuno Stato può contare su di loro per vincere'', ha aggiunto. Il governo libico non si farà intimidire da simili attacchi, ha proseguito, specificando che ''le bombe che hanno colpito l'ufficio di Muammar Gheddafi oggi spaventano solo i bambini. E' impossibile che ci facciano paura o che ci inducano ad alzare bandiera bianca''.

Missili di Gheddafi su Zintan, quattro morti. Le forze fedeli a Gheddafi hanno lanciato dei missili Grad sulla città di Zintan, a sud-ovest di Tripoli, provocando secondo gli abitanti la morte di quattro persone. Nove i feriti.

La battaglia per Misurata. A Misurata sono ripresi i combattimenti nonostante l'annunciata ritirata dell'esercito lealista 2 da parte di ribelli. Il bilancio è di almeno 30 morti e 60 feriti, riferisce un testimone all'emittente satellitare al-Arabiya. "E' in corso un bombardamento molto intenso e casuale sulle zone abitate - spiega Ahmed al-Qadi, un ingegnere che lavora presso la stazione radiofonica di Misurata - I corpi bruciati sono stati portati nell'ospedale".  "Violenti scontri sono ancora in corso nei sobborghi occidentali ma il resto è pulito", hanno aggiunto fonti dei ribelli alla Afp. Ci sono inoltre "soldati di Gheddafi nascosti in città per paura di essere uccisi ma non ci sono gruppi di combattenti lealisti".

Evacuati 140 civili verso la Tunisia. Circa 140 civili, tra libici e tunisini, sono stati evacuati nelle ultime ore dalla città libica di Misurata alla Tunisia grazie all'intervento di una nave inviata dal Qatar. Lo riferisce oggi il quotidiano di Doha in inglese, The Peninsula. Il giornale precisa che dei 127 libici e undici tunisini evacuati ieri, circa 90 erano feriti e che tra questi figurano bambini e anziani. Giunti nella vicina Tunisia, i feriti sono stati soccorsi dalla Croce Rossa locale e trasportati negli ospedali di Susa, Monastir e Mahdia.

Ministro degli Esteri libico: "Tripoli punta su road map"
. Il ministro degli Esteri libico Abdelati Obeidi si è recato ad Addis Abeba per discutere il piano di pace messo a punto dall'Unione Africana per mettere fine alla crisi. Lo ha annunciato un portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, confermando che anche il Marocco è stato coinvolto negli sforzi per trovare una soluzione alla guerra in corso. Colloqui sono in corso con Russia, Grecia, Turchia e con i governi dell'America latina, ha precisato la fonte governativa. Il governo libico ha accettato il piano di pace messo a punto dall'Unione africana all'inzio di aprile, ma il Consiglio nazionale transitorio lo ha respinto in quanto nelle condizioni non si prevedono le dimissioni di Gheddafi. Nel testo si parla invece di immediato cessate il fuoco e di protezione dei civili.

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