venerdì 27 maggio 2011

oramai siamo tutti inquinati... in tutti i sensi!!!


L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei terreni nel nostro Paese è un fenomeno talmente diffuso e radicato che ormai abbiamo iniziato a conviverci senza quasi neanche accorgercene. Le sostanze nocive, deleterie per il nostro organismo, si trovano ormai nel cibo che mangiamo quotidianamente, ma anche negli oggetti con cui veniamo in contatto, tanto che si iniziano ad evidenziare prepotentemente gli effetti endocrini (che interferiscono sugli equilibri degli ormoni sessuali) della contaminazione. E oggi, in Italia, 8 bambini su 10 nascono già contaminati
Questo vuol dire che l’inquinamento sta portando a forti ripercussioni sulla salute e la fertilità umana: le sostanze nocive – dette appunto “interferenti endocrini” - non solo ci contaminano quotidianamente attraverso l’alimentazione o il contatto con tessuti, oggetti, plastiche e detergenti, ma superano addirittura la barriera, un tempo ritenuta invalicabile, della placenta, provocando ai bambini disturbi apparentemente invisibili.
A rivelare questa drammatica realtà è un’analisi del progetto “Previeni”, il primo studio interdisciplinare sul rapporto tra gli “interferenti endocrini emergenti”, la salute e l’ambiente, condotto dal WWF con l’Istituto Superiore della Sanità, il Dipartimento Salute della Donna e Medicina del Territorio-Università Sapienza di Roma/Ospedale Sant’Andrea e l’Università di Siena, promosso e finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Lo studio ha monitorato un campione di 250 coppie affette da infertilità10 coppie mamme-bambino e alcune specie animali che popolano due Oasi del WWF in Abruzzo (Sorgenti del Pescara  a Popoli e Diga di Alanno).
Dall’analisi risulta che negli individui maggiormente esposti ad interferenti endocrini aumenta il rischio di infertilità, problemi nella gravidanza e patologie dello sviluppo infantili. Ma c’è di più: una contaminazione, in assenza di misure di prevenzione, potrà continuare nella vita successiva e nel 100% dei casi da una madre contaminata nasce un bambino contaminato!
 I nemici sono dappertutto: gli interferenti endocrini si trovano ancora in oggetti di uso comune come tappeti, vestiti, pentole antiaderenti e vernici, giocattoli, contenitori e dispositivi medici, tessuti, auto, pc e televisori, pesticidi, oli e prodotti industriali.
Diversa la situazione nelle oasi del WWF (in particolare nelle due abruzzesi sottoposte a controllo), dove sono stati riscontrati bassi livelli di sostanze pericolose, tuttavia presenti, sebbene in quantità nettamente inferiori.
“Dal momento che i nostri alimenti sono prodotti da organismi viventi, la sicurezza alimentare è uno snodo chiave fra la qualità dell’ambiente e la nostra salute – ha dichiarato Alberto Mantovani, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore del progetto – Il progetto Previeni, uno dei primi in Italia che integra diverse discipline scientifiche, studia i contaminanti emergenti capaci di alterare i nostri ormoni, con il preciso obiettivo di aggiornare i sistemi di prevenzione dei rischi per la nostra salute”.
La contaminazione dell’ambiente è un nemico nascosto, che oltre a minacciare gli ecosistemi terrestri e marini, passa attraverso il cibo e gli oggetti che usiamo ogni giorno, con conseguenze anche gravi sulla nostra salute - ha detto Donatella Caserta, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università di Roma “Sapienza” – Per ridurre i rischi, dobbiamo limitare la nostra esposizione a queste sostanze, attraverso stili di vita e scelte alimentari consapevoli. Ed è sempre più necessaria la realizzazione di adeguati programmi di controllo, sulla base di un sano principio di precauzione.”
“ La presenza di boschi, fasce ripariali e vegetazione acquatica migliora la capacità dell’ambiente di rispondere agli stress antropici come l’introduzione di contaminanti. La produzione di queste aree  ed è quindi una risorsa positiva anche per la salute umana, capace di migliorare le condizioni di vita ed aumentare il benessere – ha detto Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia -Nell’ultimo ventennio, la forte industrializzazione ha determinato una contaminazione ambientale diffusa senza precedenti. Mai come oggi, la normativa in materia di sostanze chimiche deve diventare più efficace e restrittiva, nell’ottica di salvaguardare la salute dell’uomo e dell’ambiente.”
Ma le analisi del WWF non si fermano qui; presto potremo avere nuove tristi sorprese.

Solare termoelettrico, la terza via per l'elettricità dal sole


Un collettore solare che produce sia calore che elettricità, convertendo la differenza di temperatura direttamente, senza turbine o parti meccaniche. Al MIT, grazie alle nanotecnologie, migliorata di 8 volte l'efficienza dei generatori termoelettrici che sfruttano l'effetto Seebeck. Integrati al solare termico promettono molto.
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Semplice come un pannello solare termico, ma capace di produrre anche elettricità oltre ad acqua calda. Un generatore di elettricità che sfrutta il calore del sole senza usare turbine o parti mobili, come invece avviene nel solare termodinamico, ma convertendo la differenza termica direttamente in elettricità. Il solare termoelettrico, finora messo in ombra dai più convenienti sistemi fotovoltaici e termodinamici, potrebbe essere la promettente terza via per l'elettricità e il calore dal sole. Una innovazione del Massachussets Institute of Technology promettere infatti di rimettere in corsa questa tecnologia. Nei laboratori del MIT, grazie alle nanotecnologie, è nato un generatore solare termoelettrico con un efficienza circa 8 volte superiore rispetto ai dispositivi dello stesso tipo esistenti (nella foto, cortesia MIT, nelle mani del professor Gang Chen, affiancato dal ricercatore Daniel Kraemer).
Il sistema termoelettrico del MIT, descritto in uno studio pubblicato da Nature Materials, a differenza di altre tecnologie che sfruttano il calore del sole, come i vari tipi di impianti di solare termodinamico, non ha parti in movimento, né turbine, né tanto meno sistemi a specchi o inseguitori. Si tratta di un collettore simile a quelli solari termici. Come questi può produrre acqua calda, ma converte anche la differenza di temperatura in elettricità.
Cuore della tecnologia è infatti un generatore termoelettrico che funziona secondo l'effetto Seebeck, per il quale una differenza di temperatura tra due diversi conduttori crea una corrente elettrica quando due giunzioni sono tenute a temperature diverse. Il generatore termoelettrico nel collettore dell'MIT è realizzato con l'ausilio delle nanotecnologie e posto in una camera di vetro sottovuoto. Una parte è ricoperta da una piastra di rame nera che assorbe calore, ma non lo disperde per irradiazione; l'altra parte del generatore è invece a contatto con l'aria a temperatura ambiente. Riesce così a sviluppare differenze di temperature tra i due conduttori di circa 200 °C e a produrre elettricità.
L'efficienza che raggiunge nella produzione elettrica - del 4,6% - è piuttosto bassa se paragonata a quelle del fotovoltaico, in media 15-20% (le celle FV da record vanno oltre il 40%). Ma la tecnologia in questione ha caratteristiche che la potrebbero rendere molto interessante: richiede molti meno materiali per essere costruita e potrebbe dunque diventare molto più economica una volta diffusa. E poi funziona bene anche senza irradiazione diretta e, come detto, può produrre assieme acqua calda, calore ed elettricità, dimezzando così i costi.
Quella dei nanomateriali applicati ai generatori termoelettrici come questo, spieganodal MIT, è uno dei filoni di ricerca promossi dal Department of Energy Usa (Doe). Una delle applicazioni principali per cui si stanno sviluppando questi generatori è recuperare il calore sprecato dai motori a combustione di automobili e camion, ma anche nel solare questa tecnologia “ha un ruolo importante da giocare”.
Un approccio, spiega il professor Li Shi, della University of Texas di Austin, “molto nuovo, semplice e che si presta a uno sviluppo low-cost”. L'efficienza del 4,6% raggiunta, spiega Shi, è “già impressionante”, ma “con l'uso di nuovi materiali termoelettrici che possono operare a temperature più alte, può essere ulteriormente migliorata fino ad arrivare ad essere competitivi con le celle fotovoltaiche al silicio amorfo di ultima generazione. Questo potrebbe delineare una via diversa per arrivare ad avere elettricità dal sole ad un dollaro per watt”.
La nuova tecnologia, commenta il professor Gand Cheng, uno degli sviluppatori, non sarebbe un sostituto del fotovoltaico, ma offre “un'altra via” per sfruttare la immensa quantità di energia che il sole offre. Visto che il generatore termoelettrico può essere integrato in collettori solari termici potrebbe essere messo in campo molto facilmente,“senza bisogno di incentivi”: un'innovazione che “potrebbe cambiare la partita”. Staremo a vedere.

agli italiani piace la bici


Sondaggio Legambiente: agli italiani piace la bici ma mancano ancora politiche dedicate un pò come a GUBBIO ! dove la pista ciclabile è in un campo per pochi eletti e recintata... bella cultura del fare sport o integrazione BRAVI ! giustamente a Gubbio i marciapiedi che hanno da sempre inaugurato li costruiscono di un metro e spesso con le piante al centro ! BRAVI continuate così che siete sulla strada buona bravi... e ora me raccomando la giunta nuova non si nascondesse dietro a paroloni o grandi studi di marketing o cavolate varie è d'obbligo ascoltare con rispetto e professionale passione prima di agire.

Secondo un sondaggio Legambiente e Irp marketing, in Italia in 10 anni l'uso della bicicletta è aumentato di tre volte nei giorni feriali, anche se l'automobile continua a farla da padrona. «Nel nostro Paese nel 2001 i cittadini che sceglievano la bicicletta come mezzo di trasporto urbano erano il 2,9% della popolazione adulta, oggi invece la percentuale di utenti della strada a pedali è aumentata arrivando al 9%- si spiega nello studio- un record che tradotto in numeri assoluti significa ''circa 5 milioni di persone'', quasi una persona su dieci».
Per quanto riguarda gli elementi di dettaglio forniti dalla ricerca, si apprende che un quarto della popolazione italiana considera la bicicletta un mezzo di trasporto a tutti gli effetti e ogni settimana la preferisce ad altre modalità di spostamento, mentre il 14% di italiani dichiara di prendere la bici per i propri spostamenti anche se solo occasionalmente (una o due volte a settimana).
L'1% degli utilizzatori abituali risiede al sud o nelle isole, mentre al centro la percentuale si avvicina allo zero, e sale di molto (al 23%) quella degli occasionali. Per quanto riguarda le motivazioni che portano a scegliere la bici, il desiderio di una vita meno sedentaria (35%), risparmio economico (17%), risparmio temporale (16%). Il 25% considera la bici come un mezzo piacevole per trascorrere il tempo libero, ma soltanto il 5% pensa alla diminuzione dell'inquinamento (e questo non è certo un dato positivo).
La ricerca evidenzia che i cittadini sarebbero disposti ad incrementare il loro utilizzo della bicicletta a patto di avere maggiore sicurezza (il 43% vuole più itinerari protetti e il 42% vorrebbe una riduzione del traffico), più parcheggi ad hoc (19%), e poi la richiesta di poter salire con la bici su treni e bus (13%).
Infine il bike sharing: per un servizio efficiente la media europea è di 15,6 biciclette ogni 10.000 abitanti, quindi a Milano dovrebbero essere disponibili almeno 2.060 biciclette (oggi sono 1.480) e a Roma dovrebbero essere 4.404 (oggi sono 365). «Il bike sharing è uno dei pochi punti di forza della mobilità sostenibile meneghina ma siamo ancora a metà strada- ha dichiarato Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente- BikeMI risulta ancora sottodimensionato se teniamo conto delle aspettative dei cittadini».
Durante la presentazione dei dati del sondaggio è stato lanciato il decalogo europeo per organizzare un servizio efficiente di bike sharing redatto sulla base del progetto Obis (Optimising bike sharing in european cities) realizzato dopo tre anni di lavoro, ed è stata presentata la partenza di Bicicliamo, con migliaia di persone (più di 10.000) in tutta Italia per promuovere le due ruote. Tra le principali iniziative, la terza 'Magnalonga' a Roma il 21 maggio, la traversata su due ruote dall'Austria all'Adriatico (21-22 maggio), e il "Bike-pride" a Torino (5 giugno).

martedì 17 maggio 2011

IL CENTRO STORICO secondo A.P.I.


  • Individuare immobili pubblici da destinare a nuove abitazioni;
  • Dare la possibilità ad imprenditori di investire nella residenzialità del centro storico;
  • Dare la possibilità ai privati di intervenire sulle loro proprietà frazionando gli appartamenti con ampie metrature;
  • Ricollocare gli uffici di Via XX Settembre, in zone più accessibili agli utenti, trasformandoli in abitazioni.
  • Aumentare la qualità della vita offrendo più servizi agli abitanti;
  • Riportare l'associazionismo e le loro sedi; 
  • Coinvolgere tutti nel progetto: associazioni, enti, cittadini;
  • Investire nell'Università LUMSA e i suoi studenti;
  • Organizzare un punto medico operativo, con ambulanza 24 ore, per cittadini e turisti;
  • Sistemare i parcheggi del Teatro Romano e dell'ex Seminario, sbloccare la situazione dei parcheggi della Funivia e di S. Pietro, dare la possibilità di realizzare posti auto sotto gli "orti"
  • Incentivare il ritorno nel Centro Storico delle attività di artigianato di qualità abolendo temporaneamente le imposte comunali e favorendo i cambi di destinazione d’uso dei locali 
  • Garantire più sicurezza estendendo l'orario del servizio di vilgilanza 

IL SOCIALE per Gubbio secondo A.P.I.


  • Creare spazi comuni d'incontro tra  giovani e anziani.
  • Realizzare nel territorio "Case di Sollievo" per l'assistenza momentanea di soggetti con certi tipi di disabilità (Alzheimer, autismo ecc.)  per aiutare le famiglie che hanno in casa le persone affette da questi problemi.
  • Essere promotori di una fondazione che si occupi del problema del DOPO DI NOI, raccogliendo fondi per gestire strutture  a favore di soggetti svantaggiati cui viene a mancare il supporto familiare di genitori e parenti.
  • Attivare un numero verde con cui gli anziani soli possano essere contattati per accertarsi del loro stato di salute.
  • Iniziare un percorso, coinvolgendo gli enti preposti, che porti alla costituzione della così detta “Casa della Salute” per l'assistenza medica in città per le cure primarie e di servizi senza gravare sulla struttura ospedaliera.

POLITICHE GIOVANILI


  • Utilizzare i magazzini comunali, come quelli in via XX settembre, per creare ambienti per i giovani artigiani e per quei ragazzi che, usciti dall'istituto d'arte, vogliano lavorare nel settore della  ceramica, del restauro ecc. valutando anche la possibilità di affitti in convenzione facendo restaurare i beni artistici di proprietà dell'amministrazione.
  • Incentivare nei terreni comunali la costituzione di imprese agricole e attività legate all'ambiente.
  • Realizzare aree Cai in terreni comunali da affittare a prezzi agevolati per dare vita a nuove attività.
  • Promuovere i lavori stagionali atti a far crescere l’offerta turistica.
  • Aiutare le aziende legate all’artigianato locale nell'inserimento di giovani apprendisti in modo che le nostre tradizioni possano continuare a vivere.

CULTURA E TURISMO


  • Creare in mesi di bassa stagione turistica eventi o iniziative volte ad un forte richiamo turistico
  • Far diventare “Il Cittadino”, da anni organo di informazione dell’ufficio stampa comunale, uno strumento di informazione al servizio della cittadinanza e di chiunque voglia usufruirne.
  • Promuovere Gubbio come laboratorio teatrale.
  • Potenziare e ampliare l’offerta  rivolta al turismo religioso.
  • Aumentare servizi che consentano di collegare Gubbio con snodi viari, aeroporti, stazioni ferroviarie.
  • Creare sinergie anche con le realtà turistiche della regione Marche legate dalla nostra storia con i Duchi di Urbino.

L'AMBIENTE secondo L'A.P.I.


L'articolo 9 della Costituzione Italiana tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione. Il compito dell'amministrazione deve essere quello di tutelare il territorio dalla speculazione di pochi a discapito di tutti e il bene comune deve prevalere su quello privato. Ma a Gubbio questo principio elementare non viene rispettato. Un esempio è il progetto di un IMPIANTO EOLICO  da realizzarsi sui "prati di Petazzano" presentato dalle Cementerie Barbetti oltre 2 anni fa e mai discusso in città, che prevede la realizzazione di 11 pale eoliche dell’altezza di 120 metri ciascuna, con pale di 90 metri di lunghezza e 32.000 metri cubi di aree cementificate che le renderebbe ben visibili da ogni punto del territorio eugubino. L'Associazione Italia Nostra e fortunatamente la Soprintendenza hanno sonoramente bocciato tale previsione proprio per l'eccessivo impatto ambientale. In soccorso alle cementerie è intervenuto il vicepresidente del Consiglio Regionale Goracci che, oltre ad aver spostato durante  il suo mandato di sindaco la  previsione di tali impianti dalle proprietà comunali a quelle private, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta regionale in cui "contesta" la legittimità del parere della Soprintendenza. I politici locali ed i candidati alle prossime amministrarive non parlano MAI di questo progetto e la cosa ci sembra strana. Noi ritieniamo che un intervento di tale rilievo non si configuri come un fatto privato, ma abbia una valenza pubblica e ci sentiamo di sostenere la Sovrintendenza nella posizione contraria a tale progetto. Noi c’impegneremo a redigere un regolamento che tuteli il nostro paesaggio dal fotovoltaico e dall'eolico SELVAGGIO, per far si che tali interventi non vadano a danneggiare gli interessi della collettività, promuovendo opere meno impattanti come il micro-eolico  ed il fotovoltaico integrato. La nostra idea è quella di utilizzare prima le aree già compromesse dal punto di vista paesaggistico, come ad esempio le aree CAI, e costituire dei Consorzi cui partecipino  Comune e cittadini al fine di distribuire in modo più equo i vantaggi dello sfruttamento di queste energie rinnovabili.
Il dibattito politico di questa campagna elettorale ci ha disegnato un quadro di un territorio fortemente inquinato  e ha portato alla ribalta il problema del CDR.
L'idea che le persone  si sono fatta è quella di scegliere per il prossimo sindaco chi è a favore o contrario al combustibile derivato dai rifiuti (CDR) e il bruciare nelle due cementerie, Barbetti e Colacem, questo prodotto, ma il tutto non si può ridurre alla dicotomia favorevole – contrario. Noi vogliamo portare la discussione sul tema dei rifiuti visti come una fonte di ricchezza per la pubblica amministrazione e quindi per tutta i cittadinie non solo per i soliti privati.
I rifiuti, se ben gestiti con coerenza, oltre che alla salvaguardia dell'ambiente e migliori servizi per tutte le persone,  possono creare nuovi posti di lavoro.
Ci sono altri  sistemi per lo smaltimento dei rifiuti oltre agli inceneritori: bisogna puntare al riciclo totale e adottare tecniche che portino dei vantaggi a tutti.  
Noi promuoveremo iniziative che forniscano informazioni alla popolazione sui temi cruciali dell’ambiente. 
Perchè si può parlare di futuro solo se si salvaguarda l’ambiente in cui si vive.